Un recente studio nell'ambito dei meccanismi neurobiologici delle funzioni cognitive, ha riguardato aspetti cognitivo-comportamentali e misure di neuroimmagine funzionale (fMRI) in soggetti bilingui. La tecnica fMRI si basa sulle variazioni di flusso ematico, che si accompagnano alla attivazione regionale cerebrale associata alla esecuzione di compiti motori, sensoriali e cognitivi.
Studi precedenti fMRI hanno contribuito alla realizzazione di una mappatura funzionale dei circuiti cerebrali responsabili della elaborazione dei principali livelli di organizzazione linguistica.
Il nostro gruppo con studi di neuroimmagine funzionale ha valutato i correlati neurali delle rappresentazioni semantiche e grammaticali, mediante paradigmi di attivazione linguistica, in gruppi di soggetti bilingui. Lo scopo della ricerca era quello di valutare il ruolo di variabili cruciali quali l'età di apprendimento, il livello di padronanza e l'utilizzo quotidiano di una lingua, nell'influenzare i sistemi cerebrali di linguaggio in soggetti bilingui. Studi recenti hanno dimostrato che esistono regioni cerebrali che si attivano per la madre lingua e non necessariamente per una seconda lingua alla quale si è stati esposti tardivamente e per un tempo limitato, mentre con alti livelli di padronanza nella seconda lingua i substrati neurali diventano comparabili (Perani et al 1996,1998). In questo lavoro in collaborazione con L'Università di Berlino, pubblicato sulla autorevole rivista scientifica Neuron (Wartemburger et al. 2003), abbiamo studiato 3 gruppi di bilingui per italiano/tedesco: il primo gruppo aveva acquisito entrambe le lingue dalla nascita da genitori parlanti l'una e/o l'altra lingua, e aveva continuato ad essere esposto e ad usare entrambe le lingue, questo gruppo era quindi ad alta padronanza e di acquisizione molto precoce e parallela delle due lingue; il secondo gruppo aveva acquisito una alta padronanza per una delle due lingue, ma aveva appreso la seconda dopo i 10 anni, quindi tardivamente; il terzo gruppo aveva acquisito la seconda lingua molto tardivamente e senza mai raggiungere una buona padronanza, bilingui quindi a tardiva acquisizione e bassa padronanza. La ricerca ha dimostrato quanto sia fondamentale l'età di acquisizione perché, quanto più questa è precoce, tanto più i substrati neurali che sottendono i processi di linguaggio sono comparabili nelle due lingue. Infatti solo nel primo gruppo i sistemi neurali coinvolti nell'esecuzione di compiti grammaticali e semantici erano sovrapponibili per l'italiano e il tedesco, mentre nel secondo gruppo anche a parità di padronanza la lingua appresa tardi richiedeva l'attività di un più esteso substrato neurale. Questo effetto era ulteriormente amplificato nel terzo gruppo di bilingui tardivi e a bassa padronanza. Processi sintattici e sematici richiedono un'acquisizione in parallelo delle due lingue dalla nascita per avere una funzione neurale sottostante comparabile. Il pattern di attivazione neurale è quindi età-dipendente. Queste differenze funzionali possono essere interpretate anche sulla base dell'esistenza di un periodo critico per l'acquisizione della seconda lingua, che appare legato alle caratteristiche neurologiche del nostro sistema nervoso centrale. Il messaggio fondamentale di questa ricerca è: imparare le lingue il pìu presto possibile, con una esposizione continua e duratura. Una babele di lingue per l'Europa, ma la maggior parte parlate da tutti.
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