19/03/2002
Tempi duri per i writer. Almeno per quelli che, anziché sbizzarrirsi a casa propria, se la prendono con i monumenti: il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università de L’Aquila stanno infatti mettendo a punto, nell’ambito del Progetto Finalizzato Beni Culturali del CNR, una speciale sostanza in grado di ripulire i marmi dai graffiti.
Un problema, quello dei disegni sui monumenti, aggravatosi ultimamente a causa del diffondersi della moda dei graffiti metropolitani.
"Mentre le superfici metalliche – spiega Giorgio Cerichelli, padre di questa innovazione e Ordinario di Chimica Organica all’Università de L’Aquila - una volta imbrattate sono ripulibili con relativa facilità, quelle lapidee subiscono danni gravissimi, sia per la complessità delle pietre che per la invasività delle vernici".
Per rimediare al problema, sino ad oggi sono stati utilizzati in prevalenza mezzi meccanici piuttosto drastici – come la idropulitura, la sabbiatura o il frullino - mentre i solventi si sono dimostrati o poco efficaci o addirittura nocivi, a causa del rischio di diffusione del colore all’interno del substrato lapideo e del formarsi di aloni.
La nuova sostanza prodotta dal CNR sviluppa invece dei nuovi tensioattivi da utilizzare in soluzione acquosa che, applicati sul marmo bianco di Carrara, sul rosa Portogallo e simili, hanno già dato ottimi risultati e nessun problema di inquinamento o di nocività per la salute.
"E’ chiaro – sottolinea Cerichelli – che non sempre si ottiene il risultato ideale: molto dipende infatti dalla superficie offesa e dalla vernice impiegata dai graffitari. Ma stiamo continuando le ricerche, anche in collaborazione con imprese private e altre università, per ampliare lo spettro di applicazione".
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