04/12/2003
Scaricare Mp3 da Internet sarà più facile e sicuro. Dagli Stati Uniti sbarcano infatti in Italia le licenze, che regolano il copyright, Creative commons, più flessibili e disponibili in rete. A tradurle e a elaborarle in formato elettronico per l'Italia saranno il dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Torino e l'Ieiit -Cnr
Volete utilizzare il file Mp3 della canzone più gettonata del momento, una pagina web o un'immagine presi da Internet, evitando l'estenuante trafila burocratica per ottenerne l'autorizzazione all'uso? Presto sarà possibile. A risolvere le intricate questioni legate al diritto d'autore ci penserà, infatti, il Creative commons Italia, un'iniziativa che vede coinvolti l'Ieiit - Cnr, Istituto di elettronica e di ingegneria dell'informazione e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale delle ricerche di Torino, e il dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Torino. "File musicali, filmati digitali, testi e altre creazioni intellettuali", spiega Juan Carlos De Martin dell'Ieiit - Cnr, "potranno essere trasmessi in Internet contrassegnati dalla specifica licenza, scelta dall'autore per il pubblico utilizzo, che chiarirà immediatamente gli usi permessi". Ogni file, immagine o testo sarà cioè contrassegnato da un bollino. "Al momento", continua De Martin, "un'opera è tutelata dal copyright che protegge i contenuti fino a 70 anni dalla morte dell'autore; al contrario, può essere utilizzata liberamente solo se l'autore l'ha esplicitamente posta nel pubblico dominio; in questo modo egli non mantiene più alcun controllo sulla sua opera. L'iniziativa del Creative commons vuol mediare tra i due casi estremi, proponendo una serie di licenze pronte all'uso capaci di andare incontro a esigenze e casi differenti". La soluzione è, dunque, vantaggiosa non solo per il popolo di navigatori di Internet, ma anche per i detentori della proprietà, che possono rilasciare i loro contenuti in maniera più flessibile, rispetto alla protezione massima prevista dalla normativa vigente. La novità è sbarcata in Italia direttamente dagli Stati Uniti, dopo essere stata accolta con successo in Giappone, in Finlandia e in altri paesi. A promuoverla, un'équipe di giuristi delle Università di Stanford, Harvard e Mit, guidata dal professor Lessig, che ha svolto un rigoroso lavoro di stesura di licenze per ben 11 casi diversi di gestione dei contenuti creativi.
All'Università di Torino è stato affidato il compito di adattarle alla giurisprudenza del nostro Paese, mentre l' Ieiit - Cnr curerà le modalità del loro utilizzo in rete, aspetto tra i più innovativi e interessanti del progetto. "Il lavoro di traduzione delle licenze", conclude De Martin, "è appena iniziato e durerà qualche mese; dopo questa prima fase entrerà in azione il Cnr che si occuperà di elaborarle in formato elettronico". Per chi volesse saperne di più, però, sono già disponibili i siti internet www.creativecommons.org e, per l'Italia, www.creativecommons.it.
Da ora in poi, se scaricate la vostra canzone preferita, leggetene attentamente le modalità d'uso.
La scheda
Che cosa: Licenze Creative commons
Chi: Istituto di elettronica e di ingegneria dell'informazione e delle telecomunicazioni del Cnr (Ieiit) di Torino e dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Torino
Per informazioni: Juan Carlos De Martin dell'Ieiit - CNR, tel. 011/564-5421, cell. 349/8350691, juancarlos.demartin@ieiit.cnr.it
Ufficio stampa Cnr: Sandra Fiore, tel. 06/49933789, s.fiore@ufficiostampa.cnr.it
Responsabile Unità Ufficio stampa:
Marco Ferrazzoli
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