Comunicato stampa

Proteine in rete. Come gli hackers

05/11/2003

Pubblicato sull'ultimo numero di Nature Biotechnology un importante studio sulla modificazione delle reti proteiche cellulari senza alterare il patrimonio genetico in maniera irreversibile. La ricerca è stata effettuata dal gruppo dell'Istituto di biologia cellulare del Cnr di Monterotondo (Roma)

La costruzione di nuovi sistemi cellulari modificati solo a livello delle loro reti proteiche, senza modificazioni sperimentali irreversibili al livello del Dna. E' questo l'importante risultato raggiunto dai ricercatori dell'Istituto di biologia cellulare del Cnr di Monterotondo coordinati da Glauco Tocchini Valentini e che viene pubblicato sull'ultimo numero della rivista Nature Biotechnology. Il gruppo dell'Istituto Cnr, di cui fanno parte Giancarlo Deidda e Nicoletta Rossi, ha inserito in cellule di topo un gene esistente da 2 miliardi di anni e oggi presente negli archeobatteri. Il prodotto di questo gene, una volta inserito nelle cellule di topo, causa la fusione specifica di predeterminate molecole di Rna, che codificano per proteine diverse. Il risultato è la produzione di nuove proteine di fusione. "Ogni proteina di una cellula - spiegano i ricercatori di Monterondo - fa parte di una rete complessa di interazioni tra proteine diverse. Quello che è importante per il funzionamento di una cellula o di un organismo, come, per esempio, l'uomo o il topo, è quindi l'attività di una specifica rete o dei suoi moduli funzionali. Si può quasi affermare che le idee applicate per progettare le reti telematiche come Internet e difenderle dagli attacchi di hackers si possono applicare anche allo studio della biologia cellulare."

Attraverso questo studio del Cnr si prospetta proprio la possibilità di operare a livello delle reti proteiche, sommando o sottraendo in modo prevedibile parti delle reti stesse, dando origine ad una vera e propria algebra delle reti di proteine cellulari.

"Il fatto che le modificazioni introdotte non interessano il programma genetico cellulare - concludono i ricercatori - suggerisce inoltre l'analogia funzionale di questi nuovi sistemi con i meccanismi di funzionamento dei farmaci. E' perciò particolarmente importante essere in grado di operare sperimentalmente a livello di rete, sia per comprendere la logica di costruzione e funzionamento degli organismi complessi, sia per intervenire a scopo terapeutico."

Questi sistemi modificati sono stati battezzati Sistemi Eulero, dal nome del matematico che nel XVIII secolo, si è occupato per primo dell'algebra delle reti.


Per informazioni: Glauco Tocchini Valentini, direttore Ibc, Istituto di biologia cellulare del Cnr di Monterotondo - Roma,
tel. 069060317, cell. 335/218590,
gtocchini@ibc.cnr.it

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