Comunicato stampa

ASTROFISICA: INDIVIDUATE LE "CULLE STELLARI" ALL'ORIGINE DELLE ESPLOSIONI PIU' POTENTI DELL'UNIVERSO

04/04/2001

COMUNICATO N. 34/2001

ASTROFISICA: INDIVIDUATE LE "CULLE STELLARI"

ALL'ORIGINE DELLE ESPLOSIONI PIU' POTENTI DELL'UNIVERSO

CNR e NASA hanno scoperto che i lampi gamma provengono da regioni in cui si formano le stelle:

sono la traccia di vecchi soli che ne generano di nuovi in un grande sacrificio cosmico

C'è una culla stellare all'origine delle grandi esplosioni gamma - le più potenti dell'universo dopo il big bang - che stanno attirando l'attenzione degli astrofisici. A svelare un mistero ormai trentennale sono ora gli scienziati del CNR e della NASA che, attraverso la collaborazione tra i propri satelliti BeppoSAX e Chandra, due dei più attivi attualmente in orbita, sono riusciti a capire dove e come si producono i lampi gamma. Ma le osservazioni italo-americane hanno fatto emergere anche un'altra importante connessione: quella tra la morte delle grandi stelle che generano questi flash abbaglianti e la nascita di nuovi astri, un meccanismo che per la sua particolarità si può definire come un grande sacrificio cosmico.

Gli scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della NASA hanno annunciato oggi a Baltimora (Maryland-Usa), durante la Gamma Ray 2001 Conference, i sorprendenti risultati ricavati osservando due recenti lampi: la palla di fuoco generata nell'esplosione viene frenata dal gas molto denso in cui si stanno accendendo le nuove stelle, in galassie anche molto distanti. E' proprio questo tipo di ambiente, una vera e propria culla stellare, che ospita il processo evolutivo delle stelle, in un ciclo che dal cataclisma terminale produce nuova vita.

Grazie a BeppoSAX, che era già stato decisivo per l'identificazione in cielo di queste sorgenti celesti, si può ora aggiungere un altro tassello e completare il quadro di questo importante passaggio dell'evoluzione stellare: la fine delle stelle più massicce dell'universo produce contemporaneamente un lampo di energia abbagliante e un buco nero, innescando nuove nascite.

Luigi Piro, responsabile scientifico per il CNR di BeppoSAX, spiega che "grazie a questi risultati possiamo parlare per la prima volta di "supersupernove"; tecnicamente ipernove, vale a dire il livello successivo delle supernove quanto ad energia liberata. Si tratta di oggetti, di massa anche 100 volte superiore a quella solare, che per la loro luminosità forniranno un aiuto insostituibile nello studio e nell'esplorazione delle regioni più remote dell'universo". Harvey Tananbaum, Direttore del centro scientifico di Chandra, precisa dal canto suo che "è importante essere efficienti e veloci nelle osservazioni, perché queste sorgenti svaniscono rapidamente senza darci il tempo di fotografare in tutti i dettagli il processo. Grazie ai nostri satelliti siamo per fortuna i più veloci e accurati nelle misurazioni: a questo punto c'è solo da augurarsi che BeppoSAX possa sopravvivere e continuare la collaborazione con Chandra".

Roma, 4 aprile 2001



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