Comunicato stampa

ALIMENTAZIONE: EMERGENZA AFRICA

17/05/2002

ALIMENTAZIONE: EMERGENZA AFRICA

Dal "Forum Europeo sulla Ricerca in Agricoltura per lo Sviluppo", conclusosi oggi al CNR, un piano straordinario, con l'appoggio delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea, per migliorare la sicurezza alimentare nel continente africano, che ha fatto registrare una diminuzione del 7% della disponibilità alimentare pro-capite

 

La disponibilità alimentare in tutto il mondo è aumentata negli ultimi anni del 30% pro-capite, con un'eccezione: l'Africa, dove le organizzazioni internazionali hanno registrato una diminuzione del 7%. Una situazione drammatica, che ha indotto il segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, a mobilitare le Accademie delle Scienze affinché predispongano con urgenza un piano per migliorare la sicurezza alimentare in quel continente.

A fornire questa anticipazione è il Presidente della Commissione Food for Africa e Senatore del Parlamento olandese, Ruddy Rabbinge, intervenuto al Forum europeo sulla ricerca in agricoltura per lo sviluppo, conclusosi oggi al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. Di fronte a una platea di circa 300 persone - tra funzionari dell'Unione Europea, ricercatori, rappresentanti delle organizzazioni internazionali del settore (FAO, GFAR, CGIAR), di quelle non governative e dei Paesi in via di sviluppo - Rabbinge ha ricordato che il 90% della popolazione africana vive in zone rurali e in media il 70% è impegnato in agricoltura (in Algeria il 14%, mentre in Burundi si arriva al 93%). Eppure, nonostante questo settore copra una quota tra il 30 e il 50% del prodotto interno lordo, il tasso di produttività continua ad essere estremamente basso.

La speranza è che grazie all'impegno dei paesi più avanzati si possano ottenere risultati positivi come quelli raggiunti in Kenia, Tanzania, Malawi e Uganda, che hanno triplicato in pochi anni la produzione di Caianus, un legume ricco di proteine, che occupa oggi ben 80.000 ettari. O che si possa ripetere il successo registrato con la soia, che in 7 anni è passata da zero a 100.000 ettari coltivati per la produzione di olio.

E tra le iniziative in corso, il rappresentante delle Nazioni Unite ha ricordato il progetto sul fiume Niger, che grazie al finanziamento di Italia, Francia e Olanda ha restituito alla coltivazione 30.000 ettari prima abbandonati.

Roma, 17 maggio 2002

Per ulteriori informazioni: Enrico Porceddu

340/8605028

 

 



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