Comunicato stampa

ALLARME DIRETTORI CNR SU FINANZIAMENTI ENTE 2003

03/10/2002

La Conferenza dei Direttori degli Istituti del CNR ha esaminato lo schema di Decreto di riparto del Fondo ordinario per gli Enti di Ricerca, attualmente all'esame delle Commissioni Parlamentari, valutandone le implicazioni sulla funzionalità dell'Ente e in particolare degli Istituti. L'art. 7, in particolare, prevede per il 2003 e 2004 una assegnazione agli Enti pubblici di ricerca pari al 90% di quella del 2002: per il CNR ciò equivale ad una riduzione a 487 milioni di euro (MEuro) rispetto ai 543 del 2002, di fronte a un fabbisogno minimo vitale di circa 600 MEuro, di cui 410 per il solo costo del personale.

La Conferenza dei Direttori sottolinea come già negli ultimi anni, per la insufficienza del finanziamento, la disponibilità che il CNR ha assicurato al complesso dei suoi 108 Istituti - 4000 ricercatori e 2500 tecnici - per i loro programmi di ricerca al di là delle spese fisse di struttura e di personale, è stata di soli 60 MEuro nel 2001, ridotti a 51 nel 2002. Il mantenimento della vitalità scientifica del CNR, soprattutto negli ultimi due anni, si deve quindi alla capacità degli Istituti di triplicare le risorse loro assegnate, grazie ai finanziamenti conquistati competitivamente sul mercato (122 MEuro nel solo 2001).

Su questo significativo indicatore della qualità della rete scientifica del CNR la Conferenza intende richiamare l'attenzione delle istituzioni e dei soggetti preposti o interessati allo sviluppo del nostro paese ed alla sua capacità di collocazione competitiva nello scenario europeo e internazionale, nonché di quanti, spesso senza cognizione di causa, emettono sentenze sulla vitalità dell'Ente. Al tempo stesso, alla luce del citato decreto, questi dati suscitano gravissima preoccupazione nei Direttori degli Istituti.

Chi conosce le regole del sistema ricerca, sa che l'acquisizione di finanziamenti, nazionali e internazionali, avviene in modo competitivo e richiede da parte del contraente una capacità di cofinanziamento e spesso di anticipazione dei costi. Le modeste somme assegnate agli Istituti del CNR come contributo annuo di funzionamento hanno quindi costituito la precondizione indispensabile per consentire loro di conquistare i finanziamenti aggiuntivi essenziali per la loro attività. La riduzione del 10% del contributo per il 2002, già insufficiente a coprire le spese fisse dell'Ente, non potrebbe non provocare un ulteriore taglio, se non addirittura l'azzeramento della dotazione dei suoi Istituti, con la conseguenza di paralizzarne le attività, nell'impossibilità di concorrere all'acquisizione di finanziamenti di terzi.

La Conferenza intende porre tutti i soggetti istituzionalmente interessati di fronte alle proprie responsabilità, dal momento che è in gioco la futura capacità di ricerca/sviluppo autonomo del nostro Paese, proprio nel momento in cui gli altri Paesi dell'Unione sono impegnati a potenziare le proprie capacità di ricerca per posizionarsi al meglio nello spazio comune europeo. Consci del fatto che la decurtazione prevista dal Decreto di riparto rientra in una manovra di carattere generale a fronte delle difficoltà di bilancio dello Stato, i Direttori degli Istituti del CNR sottolineano però come sia del tutto improprio per uno dei sette paesi più avanzati del mondo trattare i finanziamenti alla ricerca alla stessa stregua della acquisizione di beni e di servizi.

In conclusione, la Conferenza dei Direttori degli Istituti del CNR ritiene indispensabile la modifica del Decreto di riparto, ovvero il ricorso nella legge finanziaria a provvedimenti compensativi nei confronti del CNR, in mancanza dei quali l'ulteriore decurtazione di mezzi finanziari, con il reiterato blocco delle assunzioni e del turn-over del personale, avrà come inevitabile conseguenza il degrado quantitativo e qualitativo delle strutture di ricerca pubbliche, incoraggiando la "fuga dei cervelli" e rendendo tra l'altro poco credibili le reiterate dichiarazioni di propositi di futuri aumenti degli stanziamenti e le ragioni stesse di qualsiasi progetto di riforma.


Roma, 3 ottobre 2002



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