24/10/2002
L'Istituto di Tecnologie Avanzate per l'Energia "Nicola Giordano" del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina ha realizzato un impianto prototipo in grado di produrre elettrodi per celle a combustibile con una riduzione del 50% del costo di produzione: una premessa indispensabile per rendere le celle competitive rispetto alle tecnologie tradizionali
Tra i sistemi di produzione diretta di energia elettrica a basso contenuto inquinante quello delle celle a combustibile è certamente fra i più interessanti, anche se il suo sviluppo è stato sinora frenato da motivi economici. Le cose potrebbero cambiare grazie a un impianto prototipo realizzato dall'Istituto di Tecnologie Avanzate per l'Energia "Nicola Giordano"del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina, in collaborazione con la società "Ponte di Archimede nello Stretto di Messina", che riduce del 50% il costo di produzione dell'elettrodo, rendendo così le celle a combustibile concorrenziali rispetto alle tecnologie tradizionali.
"Siamo riusciti a raggiungere questo risultato - spiega Gaetano Cacciola, Direttore dell'ITAE-CNR - adottando opportuni sistemi di produzione ad alto livello di automazione e trasferendo la tecnologia ottenuta qui al CNR. Il sistema è ora capace di produrre grandi volumi a costi ridotti, impiegando attrezzature automatizzate: il segreto sta nella riduzione fino a 1/5 del carico di Platino, dal costo elevatissimo, contenuto nell'elettrodo; il tutto con prestazioni pari se non superiori a quelle attualmente offerte da prodotti commerciali".
La particolarità delle celle a combustibile è quella di consentire la produzione di energia elettrica da idrogeno, con un rendimento molto elevato e senza emissione di inquinanti: l'ingresso sul mercato di questa tecnologia potrebbe quindi favorire un'alternativa reale alle tradizionali tecnologie di produzione di energia e garantire ampie ricadute occupazionali sul territorio.
"Il nostro lavoro - sottolinea Cacciola - è comunque molto più vasto, perché ci occupiamo anche della produzione di combustibili da fonti energetiche tradizionali e rinnovabili, dove l'idrogeno giocherà un ruolo sempre più determinante, potendo essere utilizzato per la produzione di energia per usi stazionari e per alimentare i propulsori dei nuovi sistemi di trasporto".
Un'economia basata sull'idrogeno può diventare quindi strategica, cominciando naturalmente dalla produzione di questo combustibile da fonti rinnovabili (solare, eolica, biomasse ecc.) o da combustibili tradizionali (gas naturale, metanolo, benzine), sia per impieghi in tecnologie consolidate (motori ad idrogeno) che in quelle in corso di sviluppo (celle a combustibile).
Secondo uno studio condotto dal Georgia Technology Policy & Assessment Center nel settore delle celle a combustibile l'ITAE-CNR di Messina si colloca al sesto posto tra 783 istituzioni analoghe esaminate in tutto il mondo.
Roma, 24 ottobre 2002
Per ulteriori informazioni: Gaetano Cacciola 090-624231 380-6242461
COMUNICATO STAMPA
(embargo al 24/10/2002)
L'economia dell'idrogeno può creare subito in Italia oltre 100.000 nuovi posti di lavoro
Le attività legate alla produzione di idrogeno pulito sono un'opportunità da non perdere per passare dall'attuale fase di de-industrializzazione a quella di una "re-industrializzazione ambientale" del nostro Paese.
In prospettiva, i posti di lavoro con il potenziale di risorse esistenti possono arrivare fino a 600.000 - 1.000.000 di unità.
CNR, ENEA, Università di Roma "La Sapienza" e ISES Italia, in collaborazione con BMW Group Italia, indicano la possibilità di costituire in Italia un vero e proprio Sistema Paese per avere un ruolo da protagonisti in Europa nella futura economia dell'idrogeno.
BMW AG -uno dei più avanzati costruttori di auto del mondo - conferma di credere nelle prospettive concrete di diffusione dell'idrogeno come combustibile per auto ed è presente in partnership internazionali anche per la creazione di un competitivo sistema di produzione e di infrastrutture di distribuzione.
L'idrogeno è indicato come il combustibile più pulito proprio facendo riferimento alla sua produzione da fonti rinnovabili.
Le potenzialità dell'idrogeno in Italia.
Primi risultati di una ricerca specifica presentati per la prima volta dal Gruppo di Ricerca Energia e Ambiente del CIRPS - Università di Roma "La Sapienza", con il supporto di BMW Group Italia.
L'Italia ha grandi risorse in termini di energie rinnovabili (irraggiamento solare, flusso delle acque, vento, biomasse); il potenziale globale è stimabile in quasi 550.000 GWh/anno di energia elettrica producibile (basti pensare che attualmente il consumo totale italiano di elettricità è complessivamente di 305.400 GWh/anno), con una potenza installabile di poco più di 200.000 MW (attualmente la potenza installata in Italia è inferiore ai 170.000 MW).
Grazie a questo enorme potenziale di fonti rinnovabili è possibile produrre idrogeno in modo totalmente eco-compatibile, passando attraverso la generazione di energia elettrica ed il processo di elettrolisi (scissione dell'acqua in idrogeno e ossigeno grazie all'elettricità), oppure attraverso i processi di termolisi (scissione diretta dell'acqua in idrogeno e ossigeno nelle giuste condizioni di temperatura e pressione) o bio/termochimici per l'estrazione dell'idrogeno dalle biomasse.
Il potenziale di produzione di idrogeno da fonti rinnovabili in Italia è stimabile in 7.100.000 t/anno, così suddivise per singola fonte: 3.000.000 t/anno da irraggiamento solare; 280.000 t/anno da impianti mini e micro-idraulici a bassissimo impatto ambientale; 460.000 t/anno da energia eolica; 3.360.000 t/anno da biomasse (agricole, forestali, rifiuti).
Questo potenziale è stato messo in relazione con il possibile futuro mercato europeo di combustibile-idrogeno nel settore autotrasporti, valutando i seguenti scenari:
- Scenario A: 20% dei veicoli europei sostituiti da veicoli a idrogeno;
- Scenario B: 50% dei veicoli europei sostituiti da veicoli a idrogeno;
- Scenario C: 100% dei veicoli europei sostituiti da veicoli a idrogeno.
Nella scenario A, l'Italia può arrivare a fornire il 93% del mercato europeo con la propria produzione di idrogeno da rinnovabili (100% del mercato italiano).
Nella scenario B, l'Italia può arrivare a fornire il 40% del mercato europeo con la propria produzione di idrogeno da rinnovabili (100% del mercato italiano).
Nella scenario C, l'Italia può arrivare a fornire il 20% del mercato europeo con la propria produzione di idrogeno da rinnovabili (100% del mercato interno).
La possibilità di creare nuovi posti di lavoro, soprattutto nel sud Italia.
Dalla de-industrializzazione alla re-industrializzazione ambientale: questa è l'opportunità offerta dal futuro mercato dell'idrogeno, legato a tecnologie ormai "dimostrate", praticamente mature ma che richiedono un completamente dell'attività di sviluppo e l'avvio della fase di industrializzazione per l'intero sistema. La possibilità non è soltanto quella di creare nuovi posti di lavoro, quindi, ma di creare posti di lavoro da attività industriale, che pongono le base per solide premesse di sviluppo. Per giunta, si tratta di attività industriale ambientale, perfettamente in linea con la nuova richiesta sociale di Sviluppo Sostenibile.
Le sole attività di ricerca e sviluppo e di produzione dell'idrogeno da fonti rinnovabili (irraggiamento solare, flusso delle acque, vento, biomasse) con le tecnologie immediatamente applicabili possono creare in Italia oltre 70.000 nuovi posti di lavoro così suddivisi: 70% nel Mezzogiorno (isole maggiori comprese), 30% nel nord Italia.
Lo sviluppo delle infrastrutture e dei sistemi di stoccaggio, trasporto e distribuzione può creare ulteriori 30.000 posti di lavoro che allo stato attuale di diffusione delle imprese e delle conoscenze sarebbero così suddivisi: 60% al nord, 40% al sud e isole maggiori.
Le attività legate alla ricerca e sviluppo ed all'avvio della produzione, dello stoccaggio e della distribuzione dell'idrogeno da fonti rinnovabili offrono quindi lo scenario a breve termine (nel periodo di tre anni) di oltre 100.000 nuovi posti di lavoro, calcolati utilizzando gli stessi parametri occupazionali presenti nel Libro Bianco dell'Unione Europea, con un'interessantissima prevalenza al sud. Il livello di specializzazione richiesto, il contenuto tecnologico e le necessità di formazione continua caratterizzano l'elevata "qualità" di questo potenziale.
In prospettiva, i posti di lavoro - con il potenziale di risorse esistenti - possono arrivare fino a 600.000 - 1.000.000 di unità, in funzione del livello tecnologico e delle attività manifatturiere che si riescono a sviluppare, calcolati di nuovo utilizzando gli stessi parametri occupazionali presenti nel Libro Bianco dell'Unione Europea e così suddivisi:
400.000 - 550.000 per produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno da irraggiamento solare;
50.000 - 100.000 per produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno da impianti mini e micro idroelettrici a bassissimo impatto ambientale;
50.000 -150.000 per produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno da energia eolica;
100.000 - 200.000 per produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno da biomasse.
A queste proiezioni sono da aggiungere i posti di lavoro e la ricchezza economica producibili dalla realizzazione di sistemi di utilizzo dell'idrogeno, quali le pile a combustibile, i motori a combustione interna, i generatori di elettricità per uso stazionario, le automobili.
Il Sistema Paese può essere protagonista in Europa e nel mondo.
CNR, ENEA e Università hanno oggi conoscenze scientifiche e capacità tecnologiche di vertice a livello europeo e mondiale. Esiste quindi l'opportunità per l'Italia di poter avere un ruolo da protagonista nella fase di preparazione e crescita della futura economia dell'idrogeno.
La presenza congiunta di CNR, ENEA e Università di Roma "La Sapienza" nell'indicare in "ROMA 2002 H2" l'opportunità legata allo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'idrogeno in Italia indica anche la strada da percorrere per poter competere realmente in Europa e nel mondo: la costituzione di un vero Sistema Paese.
Questo nuovo Sistema Paese - capitalizzando ed espandendo le elevate competenze di CNR, ENEA e Università - può essere protagonista in Europa e nel mondo e permettere di cogliere pienamente tutte le opportunità economiche, occupazionali e di sviluppo.
La BMW AG al Workshop conferma la presenza dell'interesse internazionale sull'argomento e di un enorme mercato potenziale dell'idrogeno in Europa e nel mondo per i prossimi decenni.
La strategia CleanEnergy del Gruppo BMW: l'uso dell'idrogeno per una guida ecologica
Per BMW la realizzazione in serie di automobili dotate di un motore alimentato a idrogeno è frutto di un programma di sviluppo a lungo termine avviato nella seconda metà degli anni Settanta, quando ha iniziato ad affrontare la questione dell'alimentazione a idrogeno.
BMW è ben conscio del fatto che l'idrogeno potrà diventare una valida alternativa ai combustibili fossili solamente quando saranno state create un'infrastruttura adeguata e una normativa ad hoc e quando avrà ottenuto il consenso pubblico.
Con questi presupposti, ha iniziato un giro intorno al mondo, il "CleanEnergy WorldTour 2001" che ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale i progressi della tecnologia dell'idrogeno, i suoi vantaggi e i problemi ancora da risolvere.
In occasione della tappa milanese, il 21 marzo 2001, BMW Italia S.p.A. e AEM S.p.A. hanno firmato un memorandum d'intesa finalizzato alla futura costruzione della prima stazione di servizio italiana per il rifornimento di veicoli alimentati a idrogeno. Fino a oggi solo due città in Europa, Amburgo e Monaco, dispongono di stazioni di servizio per l'idrogeno.
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