Comunicato stampa

Mar Tirreno: un nuovo studio rivela le strutture geologiche sottomarine al largo dei Campi Flegrei

08/01/2025

Mappa delle anomalie magnetiche delle strutture geologiche identificate
Mappa delle anomalie magnetiche delle strutture geologiche identificate

Un team multidisciplinare di INGV e Cnr ha analizzato la porzione sommersa dei Campi Flegrei e del fondale marino circostante, identificando una caldera rimasta finora sconosciuta e una vasta frana sottomarina. La ricerca è pubblicata su Geomorphology

 

Nuove indagini magnetiche su un sistema vulcanico sottomarino attivo situato al largo della costa occidentale dell’Italia, in corrispondenza dei Campi Flegrei e dell’Isola di Ischia, hanno identificato sul fondale marino una serie di strutture geologiche finora sconosciute, tra cui i residui di un'antica caldera e una vasta frana.

È quanto emerge da uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Geomorphology.

I Campi Flegrei, ben noti per la loro attività vulcanica storica e per i più recenti fenomeni bradisismici, sono stati oggetto di numerosi studi, ma finora la loro porzione sottomarina non era stata analizzata e rappresentata in maniera integrata con i settori marini antistanti.

I nuovi rilevamenti magnetici, condotti nel 2022 mediante sondaggi aerei e navali, hanno rilevato anomalie magnetiche significative che indicano la presenza di un antico vulcano sommerso, poco a ovest di Ischia.

“Uno dei risultati principali del nostro studio è senza dubbio l’identificazione, sulla base dell’analisi morfologica del fondale e delle anomalie magnetiche, di una caldera di grandi dimensioni mai descritta prima. Questa scoperta potrebbe rivelarsi importante per la comprensione della storia evolutiva e dell’attività vulcanica dei Campi Flegrei e dell’Isola di Ischia”, spiega Riccardo De Ritis, ricercatore dell’INGV e primo autore dell’articolo.

“Altro risultato importante della ricerca è stata la mappatura di una vasta frana sottomarina che si estende per decine di chilometri e che potrebbe essere il risultato di eventi legati all’instabilità dei versanti vulcanici”, prosegue De Ritis.

Lo studio ha evidenziato lineamenti magnetici che corrispondono sia a faglie regionali già note sia a nuove strutture che potrebbero riflettere i processi tettonici e vulcanici ancora attivi nell’area.

“Per la nostra ricerca ci siamo avvalsi di rilevamenti magnetici ad alta risoluzione tramite sondaggi aerei e navali, e abbiamo poi incrociato i dati delle anomalie magnetiche con quelli batimetrici e sismici”, precisa Massimo Chiappini, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’INGV e co-autore dello studio. “Questo studio è frutto di un’importante collaborazione tra INGV, Cnr e altre istituzioni accademiche, a sottolineare il valore di un approccio multidisciplinare per la comprensione dei sistemi vulcanici complessi”.

“Il nostro studio offre una visione più chiara della geologia sottomarina dei Campi Flegrei, aprendo a importanti potenziali riflessioni per la mitigazione del rischio vulcanico in una delle aree più densamente popolate d’Italia e rivelando l’importanza della geofisica marina nel monitoraggio e nello studio delle zone a rischio vulcanico”, aggiunge Salvatore  Passaro, ricercatore del Cnr-Ismar e co-autore dell’articolo. 

“La scoperta di una frana di grandi dimensioni, che potrebbe anche aver generato un imponente tsunami, e l’identificazione di anomalie magnetiche legate a possibili attività vulcaniche forniscono nuovi spunti per ulteriori ricerche e monitoraggi”, conclude Passaro.

Un primo studio relativamente a tale frana era stato pubblicato nel Luglio 2024 sul Journal of Volcanology and Geothermal Research a cura di Giovanni De Alteriis (Cnr-Ismar), Crescenzo Violante (Cnr-Ispc) e Fabrizio Pepe (Università degli studi di Palermo).  

Per informazioni:
Salvatore Passaro
Cnr-Ismar
salvatore.passaro@cnr.it
081/5423831
Riccardo De Ritis, INGV, riccardo.deritis@ingv.it

Ufficio stampa:
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