Press release

Siti industriali ad alto rischio: indagine del Cnr

07/07/2006

Nell'area di Massa e Carrara, nel decennio successivo alla chiusura degli impianti Anic-agricoltura e Farmoplant, la mortalità generale e per numerose cause specifiche rimane più elevata rispetto al dato regionale. In aumento i tumori del fegato e del sangue. Lo rileva un'indagine epidemiologica dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e dell'Osservatorio di epidemiologia dell'Agenzia di sanità della Toscana, relativa al periodo 1995-2000

L'indagine del Consiglio nazionale delle ricerche rileva che nell'area di Massa e Carrara la mortalità generale, tra il 1995 e il 2000, è stata più elevata di quella regionale. Particolarmente significative le differenze riscontrate nei maschi per tutte le cause di mortalità: nei due comuni, si sono registrati 391 decessi in più di quanti attesi sulla base della mortalità regionale. In eccesso anche la mortalità maschile per tutti i tumori (+170 decessi rispetto a quelli calcolati sulla mortalità regionale media), per le malattie dell'apparato respiratorio (+80), per la cirrosi epatica (+107), per i tumori del polmone (+61) e del fegato (+47). Risultano in eccesso anche le morti per cause più rare come le neoplasie della laringe (+17) e della pleura (+10). Nelle femmine, è risultata in eccesso la mortalità per cirrosi epatica (+40) e quella per tumore al fegato (+27).
Lo studio - condotto dall'Unità di epidemiologia dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, in collaborazione con l'Osservatorio di Epidemiologia della Agenzia di Sanità della Toscana e pubblicata in questi giorni sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione - conferma, quindi, uno stato di salute critico in un'area con siti industriali ad alto rischio dove sono documentate esposizioni occupazionali e ambientali. Rispetto all'indagine precedente condotta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sul periodo 1990-94, vi è una diminuzione statisticamente significativa dei decessi per tutte le cause e per numerose cause specifiche, ma vi sono aumenti significativi per i tumori del fegato in entrambi i sessi e del sangue soprattutto nelle femmine.
"Come lo studio precedente", osserva Fabrizio Bianchi, ricercatore dell'Ifc-Cnr di Pisa e coordinatore della ricerca, "lo studio recente continua a registrare eccessi di mortalità prevalentemente nei maschi, indicativi soprattutto di esposizioni lavorative, mentre alcune cause risultate in eccesso anche nelle femmine sono indicative di possibili esposizioni ambientali, senza escludere il ruolo di fattori socio-economici e di stili di vita".
L'area presa in esame è infatti caratterizzata dalla lavorazione del marmo, dalla produzione e lavorazione del metallo, dalla fabbricazione di prodotti sia petroliferi raffinati sia chimici e dall'attività cantieristica navale. La zona industriale apuana, inoltre, comprendeva fino alla seconda metà degli anni ottanta un importante polo chimico, la cui dismissione si è resa necessaria in seguito a una lunga serie di incidenti iniziati nel 1978 e culminati il mattino del 17 luglio del 1988 con due esplosioni nel reparto di produzione del pesticida Rogor 3. Dopo dieci anni dalla chiusura degli impianti ANIC-Agricoltura e Farmoplant ed in attesa del completamento delle bonifiche, lo studio conferma nell'area dei comuni di Massa e Carrara un indice di mortalità più elevato rispetto a quella dell'intera regione.
Nel periodo in esame, la popolazione residente nei Comuni di Massa e Carrara è in media di circa 134.000 abitanti di cui 64.000 maschi: i decessi sono stati 2.281 a Carrara e 2.268 a Massa e quelli avvenuti a causa dei tumori sono 841 a Carrara e 781 a Massa. Più delle cifre assolute, sono però significative le percentuali: rispetto ai decessi medi regionali, l'eccesso di mortalità maschile nell'area è di circa il 10%. Entrando in maggior dettaglio si rilevano indici di maggior mortalità maschile, rispetto alla media toscana, molto più ampi: per i tumori al fegato maggiori del 53% a Carrara e del 69% a Massa; per i tumori della laringe del 64% a Carrara e del 52% a Massa, per il tumore della pleura a Carrara del 131%. Tra le cause non tumorali nei maschi si va dal 60-67% di maggiore mortalità per malattie dell'apparato digerente a Massa e Carrara, soprattutto dovute a cirrosi epatica, mentre le malattie dell'apparato respiratorio sono risultate in eccesso dell'11% a Carrara e del 42% a Massa. Nelle femmine ha acquistato significatività statistica l'eccesso per il tumore al fegato (59% in più rispetto alla media regionale registrato a Massa, non significativo a Carrara). Tra le cause non tumorali femminili è confermato l'eccesso statisticamente significativo sull'intera area in particolare per la cirrosi epatica (22% in più a Carrara e 97% in più a Massa).
"Questo studio", afferma Fabrizio Minichilli (ricercatore dell'Ifc-Cnr e primo autore dell'articolo scientifico), "rafforza l'ipotesi di un legame tra esposizioni occupazionali e alcune cause di morte, anche se non si può escludere un contributo di esposizioni di tipo ambientale. Per la cirrosi epatica sembra ipotizzabile un legame con gli stili di vita e i fattori socio-economici. Tutti i dati confermano l'effetto negativo sulla salute umana di esposizioni occupazionali e ambientali in popolazioni residenti in aree con impianti industriali ad alto rischio".
L'effetto avverso sulla salute è accentuato nelle aree più deprivate sul piano socio-economico.
"I risultati emersi dallo studio", concludono gli autori, "richiamano la necessità di intraprendere azioni di promozione della salute mirate alla modifica degli stili di vita a rischio, al miglioramento socio-economico e a mantenere un controllo costante sull'ambiente, anche mediante una sorveglianza epidemiologica e ambientale in grado di verificare gli effetti degli interventi di bonifica in corso".

Roma, 7 luglio 2006

La scheda:

Chi: Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa e Osservatorio di epidemiologia dell'agenzia di sanità della Toscana
Che cosa: indagine epidemiologica sulla mortalità nell'area di Massa e Carrara 1995-2000, pubblicata sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione n° 2/2006 pp. 120-128
Per informazioni: Fabrizio Bianchi, Ifc-Cnr tel. 050-3152100/1 e-mail: fabrizio.bianchi@ifc.cnr.it

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