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Granchio fantasma, il predatore predato

22/07/2020

Volontari al lavoro durante il
Volontari al lavoro durante il "catch-and-release" dei granchi fantasma

Da oltre un decennio le coste meridionali e sud orientali della Sicilia sono teatro della “ricolonizzazione” da parte del granchio fantasma (Ocypode cursor), che dopo millenni sta riconquistando gli areali perduti a causa di cambiamenti climatici avvenuti in epoche remote e che hanno relegato questa specie in areali parecchio distanti tra loro.

Si tratta di una specie protetta inclusa nella “List of Endangered or Threatened Species” della Convenzione per la Protezione dell’Ambiente Marino e delle Regioni Costiere del Mediterraneo (Barcelona Convention 1995) e nella successiva Convenzione Europea per la Conservazione della Natura e degli Habitat Naturali della Convenzione di Berna (Bern Convention 1996–98), l'unica specie tra le 21 presenti al mondo che vive nel Mediterraneo. Prima della sua comparsa lungo le coste meridionali della Sicilia, la sua presenza è stata riportata nelle coste levantine del bacino mediterraneo (Libano, Siria, Egitto, Turchia e Cipro), lungo le coste occidentali atlantiche del continente africano compreso l’arcipelago delle Azzorre, a Panama e in Tailandia. Recenti sono le pubblicazioni scientifiche che attestano la presenza di granchio fantasma negli arenili sabbiosi di Malta e della Tunisia.

L'Ocypode cursor è considerata, da un punto di vista eco-etologico, come una specie "opportunista". Ha abitudini prevalentemente notturne: trascorre le ore diurne dentro tane che scava negli arenili sabbiosi ed esce allo scoperto solo di notte per procurarsi il cibo e, nella stagione giusta, per accoppiarsi. In condizioni particolari sono stati osservati individui adulti allo scoperto nelle prime ore del giorno o all’imbrunire, ma sempre molto vicini all’ingresso della tana. Questo avviene, quasi sempre, quando sull’arenile è presente una fonte di cibo facilmente accessibile come carcasse di animali marini (pesci, tartarughe, cetacei, etc.) spiaggiate o rifiuti lasciati dai bagnanti. Inoltre, è un forte predatore: non è raro che possa attaccare organismi di dimensioni, anche, ben maggiori rispetto alle sue. come giovani tartarughe marine, altri granchi, piccoli rettili o uccelli, piccoli mammiferi. Addirittura, la voracità di questi granchi arriva al punto da dar vita a fenomeni di cannibalismo intraspecifico.

A sua volta, è anch'essa preda di numerose specie, in primis uccelli marini e mammiferi. Se fino ad oggi gli unici predatori conosciuti di Ocypode cursor erano i gabbiani, almeno nel Mediterraneo, oggi una scoperta effettuata nell’ambito delle attività di monitoraggio legate al progetto “Protect the Biodiversity of Vendicari” dell'Ente Fauna Siciliana, ha permesso di verificare che almeno una specie di mammifero è predatore attivo del granchio: si tratta della volpe europea (Vulpes vulpes), che popola anche l’area protetta di Vendicari (Siracusa), teatro delle osservazioni effettuate nel corso della ricerca.

Il progetto, sotto la supervisione scientifica di Vincenzo Di Martino (biologo marino e ricercatore del Cnr-Isafom), è posto in essere da volontari dell’associazione ambientalista Ente Fauna Siciliana, che da anni studiano la rete di interazioni del granchio fantasma. La scoperta è stata validata da numerose osservazioni e documentazioni fotografiche, che stanno permettendo di svelare un altro degli aspetti, per certi versi oscuri o quanto meno poco conosciuti, della biologia e dell'etologia di questa specie, che in futuro potrebbe tornare ad essere una presenza comune delle spiagge sabbiose del Mare Nostrum.

Lo studio, le cui risultanze scientifiche saranno oggetto di specifiche pubblicazioni, è attualmente in corso, e promette di fornire ai ricercatori dati sempre nuovi ed inediti a dimostrazione di quanto poco ancora si conosca sulla fitta rete di interazioni trofiche e funzionali che avvengono tra gli organismi che popolano l’ambiente marino.

Per informazioni:
Vincenzo Di Martino
Cnr- Isafom
Sede secondaria di Catania, via Empedocle 58
95128 Catania
vincenzo.dimartino@cnr.it

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