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Covid-19, carenza di vitamina D e perdita dell'olfatto e del gusto

21/05/2020

Un gruppo di ricercatori di varie istituzioni italiane (ISS-Istituto Superiore di Sanità di Roma; Cnr - Istituto di scienze dell'Alimentazione di Avellino; Idi-Irccs di Roma; Ospedale S. Andrea di Roma) e di una università americana (Augusta University, Augusta, Georgia), coordinati da Francesco Facchiano del Dipartimento di oncologia e medicina molecolare dell’ISS, ha pubblicato il 21 maggio una lettera sull'American Journal of Physiology – Endocrinology and Metabolism, in risposta ad un'altra lettera pubblicata recentemente sulla medesima rivista, in cui lo studioso Hrvoje Jakovac dell'Università di Rijeka (Croazia), presentava alcune considerazioni sul ruolo della vitamina D nel trattamento dei pazienti affetti da Covid-19.

A conferma di quanto proposto da Jakovac, la lettera sottolinea come un'ampia meta-analisi pubblicata nel 2017, che riporta una revisione sistematica di studi randomizzati controllati, abbia evidenziato il potenziale impatto benefico dell'integrazione di VitD contro le infezioni acute delle vie respiratorie. Inoltre, ci sono condizioni associate a carenza di VitD che mostrano relazione con alcuni dei sintomi osservati nei pazienti affetti da Covid-19, quali l'anosmia e l'ageusia, ovvero perdita di olfatto e gusto. Anche nel caso di una patologia rara quale la sindrome di Kallmann, una forma congenita di ipogonadismo ipogonadotropico, i pazienti presentano spesso caratteristiche comuni ai pazienti affetti da Covid-19 (ipo-o anosmia, maggiore frequenza della malattia nei soggetti di sesso maschile) nonché bassi livelli di VitD.

Queste osservazioni evidenziano l'importanza di raccogliere dati per correlare l'infezione da Covid-19 e l’assetto ormonale dei pazienti stessi. Trial clinici in corso mirano a testare l'integrazione di VitD nei pazienti con Covid-19 in combinazione con altri farmaci e a confrontare l’effetto di dosi elevate rispetto alle dosi standard. I risultati di questi studi saranno fondamentali per verificare l’utilità di un’integrazione di VitD per i pazienti Covid-19.

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