News

Un informatico a Concordia: l'esperienza di Alessandro Mancini

12/11/2018

gruppoEsercitazione (Mancini)
gruppoEsercitazione (Mancini)

Tra i partecipanti alla 34a spedizione Alessandro Mancini dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa è in partenza oggi e rimarrà in Antartide per un anno, gestendo l'infrastruttura informatica come sistemista e esperto di telecomunicazioni.

Un informatico in Antartide? Certo, servono anche loro e come ci dice lo stesso Mancini "La stazione ha un’architettura abbastanza complessa, con strumenti scientifici connessi tra loro nel raggio di un paio di km, inoltre ha accesso a Internet grazie a un collegamento satellitare ma la banda è molto stretta, quindi è necessario ottimizzare l’utilizzo del canale di comunicazione".

Decidere di far parte dello staff non è una cosa semplice. Prima della partenza c'è una preparazione per tutti coloro che vogliono partecipare alla spedizione in Antartide. Tutti i partecipanti devono superare un corso di selezione e addestramento alla vita polare di due settimane organizzato da Enea, esercito, vigili del fuoco e guardie alpine. Le complicazioni alla vita polare vengono anche dalle basse temperature, -50° d'estate e fino a -80° in inverno, insieme al fatto che per 9 mesi durante la notte polare la stazione sarà completamente isolata e i ricercatori non possono contare su nessun tipo di aiuto esterno. La distanza di più di 1200 km dalle altre basi e l’altitudine dell’altopiano antartico, 3200 metri slm, infatti, non permettono l’evacuazione della stazione per nessun motivo, e nessun mezzo può raggiungere la base.

La selezione viene fatta sia sulla base delle competenze professionali di ciascun partecipante al programma, sia per gli aspetti psicologici che possono essere messi a dura prova dalle condizioni estreme di questi luoghi.

Le emergenze più problematiche sono quelle di natura sanitaria, ma anche il pericolo di incendi dovuto alla bassissima umidità presente in questi luoghi. Gli incontri prima della partenza hanno compreso sessioni teoriche e pratiche per affrontare scenari incidentali, corsi di primo soccorso e esercitazioni anti-incendio, oltre a spedizioni a La Thuile in Val D’Aosta dove i partecipanti hanno potuto sperimentare direttamente la vita in tenda a temperature rigide.

“Il viaggio per arrivare in Nuova Zelanda dura quasi 35 ore. Dalla Nuova Zelanda voli militari della Royal New Zealand Air Force ci porteranno in Antartide.” Ci scrive dall’aereoporto Alessandro Mancini, in attesa di imbarcarsi. E, continua l’informatico del Cnr, “Ci sono progetti che durano anche pochi mesi, ma sono per lo più progetti di carattere scientifico. A me hanno offerto la possibilità di rimenere un anno e ci ho pensato bene, conscio di tutti i rischi che si possono presentare. Di sicuro c'è la volontà di poter partecipare ad un'esperienza che è certamente fuori dal comune e che nonostante le difficoltà, lascerà un ricordo indelebile. Partecipare ad una spedizione Antartica è riservato in gran parte solo a personale scientifico e pertanto, facendo parte del Cnr, ho avuto l'opportunità di mettere le mie competenze a disposizione del gruppo e contribuire ad un importante programma scientifico internazionale.”

Vedi anche: Antartide: al via la 34a spedizione italiana

Per informazioni:
Alessandro Mancini
Cnr-Iit
alessandro.mancini@iit.cnr.it
Patrizia Andronico, Segreteria scientifica Cnr-Iit, email: patrizia.andronico@iit.cnr.it

Immagini: