24/03/2017
Il 21 marzo scorso, le prestigiose riviste scientifiche 'Nature Astronomy' e 'Science' hanno pubblicato due lavori che illustrano le importanti scoperte effettuate dallo strumento OSIRIS a bordo della missione Rosetta. Sebbene la missione si sia conclusa il 30 settembre scorso, quando la sonda si è spenta adagiandosi sulla superficie della cometa, i dati raccolti nei più 2 anni di missione sono ancora in fase di studio.
Lo strumento OSIRIS - il sofisticato sistema di acquisizione di immagini frutto del consorzio di ricerca a cui partecipa il Laboratorio ‘Luxor’ dell'Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Ifn-Cnr) assieme a Università di Padova, Istituto nazionale di astrofisica e Centro interdipartimentale di studi e attività spaziali (Cisas) - ha costantemente monitorato la superficie della cometa durante tutta la missione.
Le comete sono corpi la cui superficie è soggetta a molti cambiamenti dovuti alle condizioni estreme che sperimenta la cometa, come i repentini cambi di temperatura quando si passa dal ‘giorno’ alla ‘notte’. Dal confronto delle immagini acquisite da OSIRIS in differenti periodi della missione, è stato possibile analizzare in dettaglio le variazioni della superficie cometaria. Si è notato che blocchi di materiale, anche di dimensioni dell’ordine di 30 metri, si sono spostati per più di 140 metri; una frattura lunga più di mezzo kilometro nel giro di tre mesi si è allungata di oltre 30 metri, e a fianco si è creata una nuova frattura.
Gli articoli pubblicati sulle riviste 'Nature Astronomy' (primo autore M. Pajola ricercatore presso i centri NASA Ames e CISAS-UniPd) e 'Science' (primo autore M. Ramy El-Maarry ricercatore presso l’Università di Berna e l’Università del Colorado) descrivono in dettaglio tutti i cambiamenti finora osservati sulla superficie della cometa e le scoperte scientifiche ad essi correlate.
“Il crollo di una parete nella zona chiamata Aswan, è forse l’evento più spettacolare che è stato rilevato”, afferma la ricercatrice Cnr-Ifn Vania Da Deppo. “Purtroppo OSIRIS non ha 'visto' il crollo in diretta, ma il getto di gas e polvere prodotto dall’evento è stato notato da un altro degli strumenti di Rosetta, la Navigation Camera. Quando con OSIRIS siamo andati a verificare cosa era successo, ci siamo accorti che sul bordo di un precipizio si era verificato un grande distacco di materiale.”
Il crollo della parete ha portato alla luce una parte 'fresca' della cometa, ricca di ghiaccio e quindi di apparenza brillante. Inoltre da un’analisi statistica dei blocchi di materiale caduti nella frana si è constato che i blocchi sono di dimensioni non particolarmente grandi, dell’ordine di 1-3 metri, e questo ha permesso di ottenere informazioni sulla composizione del materiale crollato.
Per informazioni:
Vania Da Deppo
Cnr-Ifn
vania.dadeppo@pd.ifn.cnr.it
049 9815639
Vedi anche:
- Sito ESA della missione Rosetta
- Articolo pubblicato su 'Nature Astronomy'
- Articolo pubblicato su 'Science'
Immagini: