23/02/2017
Presenti nella letteratura e nel cinema, i traslochi di tutti i giorni sono diventati solo di rado oggetto di libri di storia. Questo lavoro si inserisce nel rinnovamento degli studi sulle migrazioni italiane e cerca di approfondirne un aspetto meno noto rispetto ai grandi movimenti internazionali e interni.
Seguire lungo il primo secolo post-unitario la mobilità residenziale in una provincia italiana e, ancor più nel dettaglio, in un suo popoloso comune è un’operazione originale. A partire dai dati solo apparentemente banali della statistica ufficiale e delle anagrafi municipali, la ricostruzione dell’andamento dei flussi e dei saldi, della loro incidenza demografica e delle loro distribuzioni geografiche restituisce i contorni dell’intensa mobilità residenziale di un’area di pianura, ove terre e acque a lungo si confondono. La predominanza dell’agricoltura e la ridotta urbanizzazione caratterizzano questi spostamenti come migrazioni rurali, una forma di mobilità centrale nella storia delle società umane e paradossalmente trascurata dagli studi.
Solo dopo il 1945, mentre rallenta la crescita della popolazione, le trasformazioni sociali e politiche innescano un deflusso dalle campagne verso il capoluogo e verso altri centri urbani. Quell’esito si inserisce in un progressivo allargamento dei bacini migratori interni, accompagnato tuttavia da un andamento meno lineare del volume dei flussi e del loro saldo. L’esplorazione quantitativa dei dati aggregati rivela l’ampia variabilità storica e geografica dei fenomeni migratori, elemento che invita ad approfondire le ricerche sulle basi locali e sui profili sociali delle mobilità.
Michele Nani, 'Migrazioni bassopadane. Un secolo di mobilità residenziale nel Ferrarese (1861-1971)', Palermo, NDP 2016, pp. 324
Il libro è liberamente scaricabile in versione pdf dal sito dell'editore.
Per informazioni:
Michele Nani
Istituto di storia dell'Europa mediterranea - Cnr
nani@isem.cnr.it
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