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Nicolais, il saluto al Cnr

18/02/2016

Cari tutti,

quando quattro anni fa assunsi l'incarico di Presidente del Cnr, avevo chiara la portata della sfida che mi attendeva, ma anche la consapevolezza delle opportunità di cui potevo farmi interprete a vantaggio del mondo della ricerca e delle sue relazioni con le università, le imprese, il territorio.

Portavo con me il bagaglio di esperienze pregresse di ricercatore, accademico, amministratore della cosa pubblica, ma soprattutto conservavo i ricordi del mio inizio, quando la comunità del Cnr mi accolse nel lontano 1969 come suo ricercatore. Ritrovavo a distanza di oltre quarant'anni lo stesso entusiasmo, ottimismo, voglia di fare. Ma anche le preoccupazioni di un precariato molto più diffuso e invalidante, le difficoltà operative e gestionali dovute a una crescita improvvida di leggi e regolamenti non sempre coerenti e funzionali alla missione delle istituzioni scientifiche.

Sin da subito ho avvertito grande aspettativa per il mio operato. Un credito di fiducia che mi ha spinto a vivere con grande intensità e senza risparmio questi anni durante i quali sono state fatte tante cose e raggiunti numerosi risultati.   lndicarli tutti sarebbe inutile, ridurrebbe, questa breve nota a un elenco di punti.

Di quanto realizzato c'è traccia nei documenti ufficiali oltre che nei tanti rapporti pubblicati in questi ultimi mesi: dalle relazioni internazionali al quadro sulle partecipate, dagli interventi sulla rete alla riorganizzazione dell'amministrazione centrale, fino e non da ultimo al documento di visione strategica che fissa gli indirizzi per la crescita del Cnr.

Risultati resi possibili grazie al clima di fattiva collaborazione che da subito si è instaurato con ciascun componente del Consiglio di Amministrazione, con i ricercatori, i tecnologi, gli amministrativi, i tecnici, idirettori di Istituto e di Dipartimento, i Presidenti delle Aree di Ricerca. Relazioni e confronti non sempre serenissimi, ma profondamente leali, franchi, intelligenti, anche quando le decisioni non erano indolori, come gli accorpamenti, i criteri concorsuali, le assegnazioni di risorse, i tagli, le valutazioni.

Ciò è stato possibile soprattutto grazie alla qualità e allo spessore umano e professionale delle persone che lavorano al Cnr. L'ho percepito da subito, e mi è stato confermato in ogni incontro, nei tanti sopralluoghi fatti negli istituti e aree di ricerca, negli accordi sottoscritti con i governi delle amministrazioni locali, con le associazioni di categorie, con le imprese. L'ho ritrovato all'estero, dove è forte il credito e l'immagine dell'Ente.

Ecco perché ritengo utili le modifiche statutarie approvate, le quali, tra l'altro, hanno avviato una decisiva semplificazione organizzativa e funzionale, introdotto una rappresentanza del personale nel CdA,  favorito il rapporto  con il  mondo  esterno, ampliato  il processo  partecipativo  alle scelte dipartimentali.

Analogamente ritengo importante l'azione di razionalizzazione e riqualificazione degli spazi e dei servizi, condotte in attuazione di norme specifiche, e a valle di un più forte convincimento, nato durante le celebrazionidel Novantennale del Cnr: quello di rendere ciascuno orgoglioso di appartenere e lavorare per questa Istituzione.

Molti ricordano ancora, con piacere, l'intensa emozione degli appuntamenti delle celebrazioni del 2013, partecipati dall'intera rete sempre alla presenza delle massime autorità istituzionali - dal Presidente della Repubblica e quello del Senato al Presidente del Consiglio ai Ministri - oltre che da autorevoli esponenti del mondo scientifico internazionale.

La visita del Presidente Napolitano prima e del Presidente Mattarella poi hanno rappresentato nel corso di un unico quadriennio un gesto di grande attenzione e disponibilità istituzionale per il Consiglio nazionale delle ricerche che ci ha aiutato, insieme alle tante audizioni, richieste e sostenute, a dirimere alcune delicate questioni organizzative, a fronteggiare e denunciare con maggior forza i problemi dei tagli alle risorse e le esigenze del personale.

La strada del cambiamento intrapresa va nella direzione verso cui la rete auspicava e chiedeva. Resta ancora molto da fare. Il metodo di lavoro condiviso e seguito in questi anni ha funzionato e ha ridotto le distanze fra sede centrale e strutture periferiche. La semplificazione e la trasparenza sono aumentate, gli obiettivi chiaramente focalizzati.

Probabilmente qualche altro piccolo traguardo poteva già essere raggiunto, ma sono contento e soddisfatto di quanto realizzato insieme.

Con molti i rapporti proseguiranno, con altri le occasioni di confronto saranno più diradate, con tutti resta forte il piacere di aver condiviso una bella e importante stagione che ha segnato la vita della ricerca scientifica italiana.

E di questo vi sono personalmente grato.

Grazie ad ognuno di voi per il prezioso aiuto fornitomi in questi anni, per l'affetto che mi avete dato, per l'impegno che mi avete chiesto. Auguro che per ciascuno di voi ci siano spazi di successo e affermazione e che insieme si continui a produrre e sviluppare nuova conoscenza e innovazione per la crescita e il successo del Cnr e del Paese.

Auguri e buon lavoro.

Luigi Nicolais