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Rete e innovazione in agricoltura

25/11/2015

Se nel settore agroalimentare l’innovazione costituisce un fattore determinante per affrontare le sfide del futuro in termini di sostenibilità ambientale e incremento della produttività e dell’efficienza, a oggi non esistono soluzioni definite per un reale avanzamento tecnologico dell’agricoltura. L’unica cosa certa è che non si può fare innovazione senza le relative infrastrutture. Agricoltura di precisione, sensoristica intelligente, tracciabilità, sostenibilità delle filiere agroalimentari sono solo un esempio di possibile sviluppo per uno dei settori trainanti dell’economia nazionale avendo a disposizione ciò che tutti i cittadini del XXI secolo chiedono a gran voce.
Un modo per trattare il problema è cominciare a informare gli attori di questo processo sui dati reali. Quante aziende oggi fanno innovazione attraverso la rete? Che potenzialità ha il settore in termini di produttività? Quali saranno i trend per il futuro?
Sono queste e altre le domande affrontate dai relatori del convegno dal titolo “Rete e innovazione in agricoltura. Esiste un digital divide nel settore agroalimentare?” che si è svolto nella giornata di oggi, 25 novembre, a Roma presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche e organizzato dal Cnr insieme a Istat, Confagricoltura, Cisco e Telecom.
“Un dato interessante che emerge dalle nostre analisi – spiega Giorgio Sirilli, Dirigente di Ricerca presso l’IRCrES-Istituto di Ricerca sulla Crescita economica Sostenibile del Cnr – è che
le imprese manifatturiere della trasformazione dei prodotti agricoli basano l’acquisizione di nuove tecnologie prevalentemente sull’acquisto di macchinari e impianti e meno sulla ricerca scientifica svolta all’interno dell’azienda o commissionata al suo esterno, mentre nello svolgimento delle attività innovative collaborano in via prioritaria con i fornitori e con i consulenti e poco con le università e gli enti pubblici di ricerca. Un dato su cui lavorare nell’ottica di un rafforzamento del ruolo della ricerca”.
Il convegno, seguito da una tavola rotonda, aveva lo scopo di aprire un dibattito sulla presenza in rete del settore agroalimentare e sulla reale accessibilità di aziende che lavorano spesso in zone limitrofe e disagiate. Un confronto tra politica, ricerca e industria per discutere di criticità strutturali, possibili soluzioni e prospettive future di innovazione.
“Purtroppo, anche se la rete è ormai diffusa praticamente ovunque e siamo oggi tutti perennemente connessi, grazie a tablet, smartphone e smartwatch, il peso dell’economia agricola ai tempi del web 2.0 è decisamente basso e nelle aziende che operano nel settore agroalimentare non è altrettanto diffusa la cultura della rete e la consapevolezza dei vantaggi che essa può realmente offrire – afferma Maurizio Martinelli, Tecnologo presso l’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa e responsabile del reparto R&D del Registro.it. – In base ad alcuni risultati del nostro progetto, che intende realizzare un Osservatorio Internet permanente sull’agroalimentare in rete, è infatti emerso che solo poco più del 5% delle oltre 1.200.000 aziende italiane che operano nel settore agroalimentare ha un sito web. I settori nei quali si ha la maggiore diffusione in rete sono quelli relativi alle coltivazioni, al vino e alla pasta”.

CHE COSA: “Rete e innovazione in agricoltura. Esiste un digital divide nel settore agroalimentare?” – convegno 

CHI: Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche

QUANDO: 25 novembre ore 10

DOVE: Aula Marconi, sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, piazzale Aldo Moro 7, Roma

INFO: Maurizio Martinelli, IIT Istituto di Informatica e Telematica del Cnr, maurizio.martinelli@iit.cnr.it, T +39 050 3152087 

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