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Tracciabilità dell'olio di oliva: isotopi stabili e lotta alle frodi

16/11/2015

Anni di studi e ricerche e oltre 600 oli analizzati provenienti da tutta Italia. I ricercatori dell'Istituto di biologia agroambientale e forestale (Ibaf) del Cnr hanno creato una banca dati degli oli extra vergine di oliva nazionali. Un risultato importante realizzato nell'ambito degli studi nel campo della tracciabilità alimentare.

L'Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con ben 37 denominazioni di origine protetta (DOP) riconosciute dall'Unione Europea (www.olio extravergine.biz): aver creato una banca dati vuol dire possedere una carta di identità chimica dell'olio extra vergine nazionale ovvero aver accumulato i dati di tutta una serie di parametri analitici utili per caratterizzare, tracciare e tutelare le produzioni tipiche e per valutare l'autenticità degli oli commerciali, permettendo di evitare frodi ai danni del produttore onesto e del consumatore.

L'Istituto di biologia agroambientale e forestale (Ibaf) del Cnr da anni svolge studi di eco-fisiologia vegetale per lo studio del sistema pianta-ambiente. Negli ultimi anni, l'analisi dei rapporti tra isotopi stabili di idrogeno, carbonio e ossigeno è stata applicata a studi in ambito di tracciabilità alimentare per caratterizzare e autenticare l’olio extravergine di oliva e altri prodotti agroalimentari. Gli isotopi stabili nei vegetali sono legati -oltre che all'origine botanica della pianta- alle caratteristiche geografiche, geologiche e climatiche della zona di coltivazione. Ogni anno nel laboratorio di Spettrometria di Massa Isotopica dell’Ibaf di Porano (TR) si analizzano vari oli extravergine nazionali, sia coupage che monovarietali. Nell'ambito del progetto in collaborazione con l’UNAPROL, sono stati analizzati oltre 400 oli prodotti nel periodo 2009-2011 e provenienti da nove regioni di Italia, dal nord al sud, allo scopo di ottenere un quadro analitico rappresentativo della variabilità climatica e geologica delle aree di coltivazione dell'olivo.

Una recente ricerca dell'Istituto, in collaborazione con il dipartimento di scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, è stata condotta su oli monovarietali provenienti da diverse cultivar, sia di origine italiana che dalle diverse aree del mediterraneo (Spagna, Marocco, Grecia, Francia), a tutela della qualità e dell’autenticazione.

Per la ricerca è stata utilizzata sia la tecnica GC/IRMS che l’analisi classica della composizione in acidi grassi (sia i principali che i minori). I risultati della ricerca, seppur relativi a una sola campagna olearia (2012/2013), hanno dimostrato come l'uso di tecniche avanzate possa, attraverso un opportuna modellizzazione e classificazione dei parametri, individuare la cultivar di origine.

 

Per ulteriori informazioni: 

Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e tecnologie per l’Ambiente del Cnr, email: enrico.brugnoli@cnr.it 

Silvia Portarena, Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale (Ibaf) del Cnr, email: silvia.portarena@ibaf.cnr.it - tel. 0763/374911