23/01/2012
Nei giorni dal 23 al 26 Novembre 2011, 88 ricercatori da tutti il mondo si sono trovati a Venezia per partecipare al Convegno Internazionale “Cosa c’è per pranzo? Minerali e sostanze nutritive nel cibo quotidiano. Come le conoscenze sulla nutrizione minerale delle piante possono migliorare la nutrizione umana”. Ad organizzare il convegno il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Parma, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali, CINSA, e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria di Milano, nell’ambito del Progetto Europeo, COST Action FA0905 intitolato “Produzione agricola migliorata nel contenuto di minerali per una nutrizione efficace dell’uomo e degli animali”, progetto europeo iniziato nel giugno 2010, a cui partecipano oltre 170 ricercatori da 28 paesi europei.
Scopo del convegno è stato quello di fare il punto sulle ricerche scientifiche in atto per assicurare la tracciabilità e il monitoraggio degli inquinanti negli ambienti dove vengono prodotti gli alimenti. Se da un lato le piante forniscono minerali essenziali, che incorporati negli alimenti assicurano alle persone il benessere e la buona salute, come ferro, calcio, iodio, zinco, selenio, è anche vero che alcune sostanze contenute nel suolo e nell’acqua potrebbero condizionare la salubrità degli alimenti quando presenti a livelli eccessivi. Il monitoraggio continuo è stato prospettato come unica soluzione alternativa alle analisi a campione che risulterebbero inoltre più costose e meno efficaci. Basti pensare agli incidenti della diossina nei polli, nella mozzarella, nel latte, o al batterio E. coli nelle verdure di questa estate.
Il titolo della Conferenza “What’s for lunch?”, cosa c’è per pranzo, aveva anche lo scopo di comunicare a cittadini e rappresentanti politici gli enormi investimenti che l’Unione Europea ha effettuato e sta effettuando per migliorare la qualità e la sicurezza alimentare attraverso la ricerca e l’innovazione. In un momento di crisi e recessione, con i governi che in Europa riducono i finanziamenti a favore della ricerca, è importante sottolineare che la ricerca fatta bene e finalizzata ad obiettivi concreti porta a risultati importanti per il benessere di tutti i cittadini.
Durante le giornate del convegno si sono alternate 31 comunicazioni orali, e più di 50 poster sono stati presentati ed esposti da giovani ricercatori. Il programma degli interventi e dei contributi è consultabile sul sito della Azione COST (http://www.umb.no/costaction/). Le presentazioni hanno coperto una vasta gamma di argomenti, partendo dall’inquinamento ambientale, alle pratiche agricole, fino alla sicurezza alimentare e alla digestione degli alimenti nel corpo umano. Si è parlato di minerali essenziali e di sostanze tossiche, con esempi relativi a molte piante diverse: cereali, vite, pomodoro, legumi. Di particolare rilievo per il nostro territorio è stata la trattazione delle relazioni tra ambiente e sicurezza alimentare.
Al termine del Convegno, gli organizzatori Prof Nelson Marmiroli, dell’Università di Parma, la Dott.ssa Francesca Sparvoli dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR di Milano e il Coordinatore della COST Action Prof Bal Ram Singh, della Università Agraria della Norvegia, hanno riassunto i risultati più importanti e significativi emersi dai diversi interventi.
Alcuni casi di cui si è discusso nel corso del convegno sono stati relativi al tema dell’arsenico nelle piante orticole, nanoparticelle e nanomateriali come contaminanti emergenti, e la biofortificazione degli alimenti.
Per quanto riguarda l’arsenico, sono stati presentati diversi lavori, in particolare sul pomodoro da industria, in cui si è evidenziato che in futuro se non verranno presi opportuni provvedimenti, si potrà verificare un vero e proprio “rischio arsenico”. Infatti due cause concomitanti, l’aumento dell’arsenico nelle acque e nei suoli e la contemporanea presenza di silicio nel suolo e nei fertilizzanti, favoriscono l’ingresso dell’arsenico nel pomodoro e in particolare ne guidano il trasporto anche verso i frutti.
Si è discusso anche della presenza crescente di nanoparticelle e nanomateriali nell’ambiente, sostanze di dimensioni ultramicroscopiche che vengono utilizzate ormai in diverse attività industriali e produttive. Le particelle liberate nell’ambiente possono entrare nelle piante dal suolo e dall’acqua, passare dalle piante agli alimenti, e quindi arrivare all’uomo con effetti sulla salute che ci sono in gran parte ancora sconosciuti.
La biofortificazione è la possibilità di produrre piante per combattere la “fame nascosta”, la malnutrizione che colpisce oltre 2 miliardi di persone sul pianeta per mancanza di vitamine e minerali essenziali, come vitamina A, ferro, zinco. Il progetto HarvestPlus, presentato dal Prof Howarth Bouis, si occupa di combinare nelle stesse piante destinate all’agricoltura sia le alte rese produttive, sia un elevato contenuto di sostanze nutritive, alto a sufficienza da poter migliorare la nutrizione di popolazioni dei paesi in via di sviluppo.
Come bilancio finale, al Convegno hanno partecipato 88 ricercatori, di cui 40 donne, e molti giovani; provenivano dai principali paesi europei, dal Portogallo alla Lituania, ma c’erano partecipanti anche dal Brasile, Nuova Zelanda, Israele e Stati Uniti. Come si evince dalle attività descritte, il Convegno ha trattato argomenti di notevole risonanza economica e sociale a più livelli
Dr. Francesca Sparvoli
Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, CNR
Via Bassini 15
20133 Milan
Italy
Tel: +39 02 23699435 - Cell: 3404940722
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email: sparvoli@ibba.cnr.it
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oppure
Prof. Nelson Marmiroli
Department of Environmental Sciences
University of Parma
v.le G.P. Usberti, 11/A
43100 PARMA
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