25/10/2005
Scoperto un nuovo meccanismo di silenziamento del gene RB2/p130 che apre nuove prospettive terapeutiche per la lotta contro i tumori. Importante risultato conseguito da un gruppo di ricercatori italiani del CNR e Universitari
Sul numero 24 di Oncogene è stato appena pubblicato un importante risultato conseguito da un gruppo di ricercatori italiani che apre nuove prospettive terapeutiche per la cura di alcuni tumori particolarmente aggressivi e la cui prognosi è attualmente infausta. Tale scoperta ha avuto una immediata eco anche al di fuori della comunità scientifica e la notizia è stata diffusa dai più importanti quotidiani italiani. I risultati sono stati ottenuti da un team di ricercatori italiani che operano sia nel CNR (IFC di Siena, IN di Pisa e IGB di Napoli) sia nell'Università (Dip. Oculistica e Neurochirurgia e Dip. Patologia Umana e Oncologia, Siena) e di ricercatori italiani che lavorano negli Stati Uniti (Temple University e University of Pennsylvania di Filadelfia).
Uno dei principali ostacoli al successo della terapia del cancro risiede nella molteplicità e varietà di fattori che possono concorrere a determinarlo. E' ormai ampiamente dimostrato che l'insorgenza del cancro è spesso ascrivibile a mutazioni genetiche, ereditate o acquisite, che alterano proteine implicate nelle numerose vie di controllo molecolare della duplicazione cellulare, ma dati recenti indicano che l'oncogenesi può dipendere anche da alterazioni di meccanismi funzionali che svolgono un ruolo chiave nella regolazione della trascrizione di geni e che, pur in assenza di alterazioni nella struttura della proteina, ne controllano tuttavia l'espressione all'interno della cellula.
La ricerca, coordinata dalla Dr.ssa Caterina Cinti dell'Istituto di Fisiologia Clinica (IFC-CNR, Sezione di Siena), ha permesso di caratterizzare il ruolo svolto dalla metilazione aberrante del gene oncosoppressore RB2 nella genesi sia del retinoblastoma sporadico che di una forma di adenocarcinoma del polmone. Il gene RB2/p130 codifica per una proteina (pRb2/p130) che svolge normalmente un ruolo nel controllo sia del ciclo di duplicazione cellulare sia dei meccanismi di morte cellulare che garantiscono l'eliminazione di cellule trasformate (apoptosi). A causa del blocco della trascrizione, dovuto all'ipermetilazione del promotore del gene, l'espressione della proteina viene drasticamente ridotta e la cellula prolifera in maniera incontrollata. La crucialità di tale meccanismo nella genesi delle due forme di tumore studiate è dimostrata dai risultati ottenuti in seguito al trattamento in vitro di cellule tumorali con farmaci che rimuovono il blocco della trascrizione (farmaci demetilanti). Dopo 96 ore dall'inizio del trattamento, infatti, la crescita di cellule tumorali d'adenocarcinoma polmonare e di retinoblastoma risulta ridotta dell'80% e si osserva la riespressione sia della proteina Rb2/p130 che di altre, da essa controllate, coinvolte nel controllo della morte cellulare programmata.
L'insieme di questi risultati pone le basi per una prospettiva a breve-medio termine per la terapia delle due forme di tumore studiate e di altri casi in cui venisse individuato un meccanismo simile. Tuttavia, prima di vederne la ricaduta nella realtà clinica, è necessario da una parte verificarne la validità in modelli animali (transgenici) in vivo e dall'altra aspettare i risultati dei trial clinici, attualmente in corso negli Stati Uniti, sulla tolleranza dei pazienti al trattamento con farmaci demetilanti.
Per informazioni: Caterina Cinti Ph.D Institute of Clinical Physiology, CNR - Siena Unit
via delle Scotte 6, 53100 Siena - Italy - Tel. +39.0577.233174, Fax. +39.05770233177, e-mail: cinti@unisi.it
Ufficio Stampa Cnr: Marco Ferrazzoli, tel. 06.4993.3383; e-mail: marco.ferrazzoli@cnr.it