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Le benefiche proprietà dell'olio d'oliva per contrastare invecchiamento e alterazioni del microbiota

01/10/2021

E’ noto che la dieta mediterranea è uno degli alleati migliori durante l’invecchiamento: contribuisce al mantenimento di condizioni di salute ottimali; vari studi ne associano il consumo  persino a una minor incidenza di patologie degenerative.

Oggi, un progetto finanziato da Lazio Innova e condotto da ricercatori dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare (Ibbc) del Cnr in collaborazione con colleghi dell’Università della Tuscia ha aggiunto un ulteriore tassello di conoscenza relativamente al consumo di olio di oliva, alimento che della dieta mediterranea è cardine: i ricercatori hanno, infatti, individuato nell’idrossitirosolo - un composto fenolico in esso presente– una molecola promettente al fine di proteggere dal declino cognitivo connesso all’invecchiamento, contrastare la perdita di forza muscolare e influenzare l’equilibrio del microbiota intestinale.

“Tra i fattori più noti associati all’invecchiamento abbiamo il deterioramento cognitivo, la  perdita progressiva di massa e forza muscolare, e anche alterazioni della composizione del microbiota intestinale: tutti questi possono essere prevenuti o ritardati grazie alla dieta mediterranea”, spiega Felice Tirone (Cnr-Ibbc), nel team di progetto. “Interventi dietetici e probiotici mirati al microbiota hanno mostrato effetti benefici sulla salute e sull'invecchiamento mediante un potenziamento dell'attività antiossidante e anti-infiammatoria, e rappresentano quindi una promettente strategia terapeutica per prevenire o ritardare l'insorgenza di disturbi metabolici e neurodegenerativi associati all’età: l’olio di oliva è una di queste armi, forse la più promettente”.

I ricercatori hanno dimostrato che l’idrossitirosolo (HTyr) -polifenolo dell’olio di oliva dal potente effetto antiossidante, anti- infiammatorio e neuroprotettivo- svolge anche un'attività pro-neurogenica, poiché stimola la proliferazione delle cellule staminali e progenitrici nelle nicchie neurogeniche del cervello e aumenta la sopravvivenza dei nuovi neuroni diminuendo l'apoptosi – o morte cellulare. Altri effetti, attualmente allo studio, riguardano la possibilità di migliorare la funzione muscolare e di agire sulla composizione del microbiota intestinale.

“Il nostro progetto intende approfondire lo studio dei benefici dell’idrossitirosolo sulla funzionalità delle cellule staminali neurali anziane e conseguentemente sui processi di memoria, a seguito dell’assunzione per via orale: fondamentale, in questo quadro, sarà la capacità di individuare nuove strade di produzione di estratti del polifenolo da sottoprodotti oleari tramite tecnologie green”, aggiunge Tirone. “Questo apre interessanti prospettive economiche al progetto, a partire dalla considerazione che la dimensione attuale del mercato globale dei polifenoli raggiungerà i 2,08 miliardi di dollari entro il 2025, espandendosi a un tasso di crescita annuale di oltre il 7%.

Scarti e sottoprodotti provenienti da molti settori agroalimentari offrono una soluzione per soddisfare il mercato dei polifenoli e rappresentano una buona opportunità per ridurre i loro impatti negativi sia sull'ambiente che sull'economia legati al loro smaltimento. Con riferimento ai processi di produzione dell’olio d’oliva, permangono grandi quantità di rifiuti e sottoprodotti, che rappresentano un'importante fonte di composti fenolici attivi; infatti, solo una piccola parte di questi finisce in olio (<0,5%), la restante è presente nei sottoprodotti. Utilizzando tecniche avanzate di essiccazione delle materie vegetali, micronizzazione, estrazione e tecnologie a membrana sarebbe posssibile recuperare i polifenoli e l’idrossitirosolo, così contribuendo ad aumentare il valore aggiunto dei prodotti finali e il loro potenziale in vari settori industriali”.

 

Per informazioni:
Felice Tirone
Cnr - Imm
tirone@inmm.cnr.it