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La presenza dell'uomo in Antartide: inizio di nuovi studi sugli effetti degli ambienti estremi su psicofisiologia, metabolismo e sistema immunitario

18/11/2017

Il prossimo 18 novembre, la XXXIII spedizione Antartica finanziata dal PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide) porterà un equipaggio composto da 13 membri, di cui 7 italiani, 5 francesi e un’austriaca, presso la stazione scientifica italo-francese Concordia sul plateau Antartico a un’altitudine di 3220 m s.l.m. Nell’ambito di questa spedizione si inserisce il progetto di ricerca, coordinato dal Dott. Simone Macrì dell’Istituto Superiore di Sanità, il cui obiettivo è quello di valutare come le condizioni ambientali e psicosociali vissute dall’uomo presso la stazione Concordia incidano sulle capacità cognitive, sulle risposta immunitaria e sulla fisiologia dello stress. Tale progetto è nato dall’idea che lo studio del rapporto tra stress e benessere dell’uomo può trovare un valido campo di esplorazione nelle condizioni estreme dell’ambiente Antartico dove i membri dell’equipaggio saranno esposti a isolamento prolungato (8-9 mesi), confinamento e distacco dall’ambiente familiare, condizioni di ipossia legate all’elevata altitudine, e per 6 mesi al buio completo.

Il progetto si avvale delle competenze di un team di ricercatori, alcuni dei quali in forza presso il Cnr: il gruppo di Mauro Marzorati e Alessandra Vezzoli all’ Ibfm, attivo da anni nell’ambito degli studi di fisiologia, e il gruppo di Maria Rosaria Coscia all’Ibp per quanto riguarda gli studi sul sistema immunitario. Il gruppo di Simone Macrì all’ Iss e quello di Valerio Santangelo, presso l’ Università di Perugia, contribuiranno alla realizzazione del progetto attraverso lo studio degli aspetti psicologici e comportamentali, mentre il gruppo di Michele Maffia all’ Università del Salento, svolgerà una serie di studi basati su un approccio proteomico. Partecipa al progetto anche il medico chirurgo Roberto Dicasillati, dell’Ospedale San Paolo di Milano, che durante precedenti spedizioni è stato il medico della stazione sia presso la base italiana “Mario Zucchelli” sia a Concordia.

Per comprendere gli effetti dello stress ambientale sulla psicofisiologia umana, il progetto prevede il monitoraggio nel sangue e nella saliva del livello di stress ossidativo, dei livelli degli anticorpi delle diverse classi, e quelli di alcuni mediatori dell’infiammazione. Inoltre, sono previsti diversi test psicometrici atti a valutare le funzioni esecutive (attenzione e memoria). A tale scopo sarà di notevole sostegno la collaborazione dell’equipe medica dell’Agenzia Spaziale Europea e la collaborazione dei membri dell’equipaggio che, su base volontaria, si presteranno a prelievi periodici di sangue e saliva e all’esecuzione dei test. Al termine del progetto, che durerà due anni, i risultati ottenuti potranno essere utili nel campo della chirurgia e della medicina d’urgenza per assistere pazienti sottoposti a stress fisico e psicologico, condizione questa spesso complicata da ipossia dei tessuti.

Chiarire il nesso tra fattori stressanti legati alla spedizione e benessere individuale rappresenta un obiettivo fondamentale poiché favorirà il successo di missioni future terrestri e interplanetarie.

Per informazioni:
Maria Rosaria Coscia
CNR - Istituto di biochimica delle proteine
Via P. castellino, 111 Napoli
mr.coscia@ibp.cnr.it
081/6132556