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TARTALIFE: Ismar-Cnr e Fondazione Cetacea di Riccione liberano cinque tartarughe in Adriatico

18/12/2015

Rilascio della tartaruga marina Caretta caretta
Rilascio della tartaruga marina Caretta caretta

Nell’ambito del progetto TartaLife cinque tartarughe marine della specie Caretta caretta sono state liberate oggi, 16 dicembre, dal CNR-ISMAR e da Fondazione Cetacea a circa 3 miglia al largo del porto di Ancona.
Il progetto TartaLife, realizzato con il contributo dalla Commissione Europea tramite lo strumento finanziario Life+, e cofinanziato dalla Regione Marche e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha lo scopo di tutelare le tartarughe marine Caretta caretta attraverso interventi specifici che prevedono non solo il rafforzamento dei presidi di recupero e di primo soccorso lungo le coste italiane, ma anche e soprattutto il coinvolgimento delle attività di pesca professionale.
I cinque esemplari erano stati pescati in maniera accidentale con reti a strascico nell’alto Adriatico tra novembre e dicembre. L’esemplare di dimensioni più grandi (Achille) misurava 72 cm per un peso di 35 kg ed un’età stimabile di circa 20 anni.
Dopo una breve degenza nel centro di recupero della Fondazione Cetacea di Riccione, accertate le buone condizioni degli esemplari, sono ritornate in mare prima del sopraggiungere delle basse temperature invernali.
Il centro-nord Adriatico con i suoi fondali bassi e ricchi di nutrimento è un’importantissima area di alimentazione per la tartaruga marina, che infatti popola questo bacino in maniera massiccia. Stime recenti parlano della presenza di circa 70.000 esemplari in questo mare.
Nell’ultimo anno si è assistito ad un incremento delle tartarughe rinvenute sia morte che vive in Emilia Romagna e nelle Marche (circa 700 esemplari). Le tartarughe liberate erano state conferite al centro di recupero da pescatori coinvolti nel progetto TartaLife. Il trend delle catture accidentali e degli spiaggiamenti, in aumento rispetto agli anni passati, testimonia la necessità di intervenire con azioni concrete di conservazione, come ad esempio i TED (meccanismi di esclusione delle tartarughe dalle reti a strascico) e con attività di formazione dei pescatori. Queste azioni, insieme ad altre condotte nell’ambito di TartaLife, stanno cominciando a dare i loro frutti, come testimoniato dal numero di tartarughe conferite volontariamente dai pescatori ai centri di recupero.
Le tartarughe, prime di essere liberate, sono state marcate con una targhetta metallica (tag) pinzata in uno degli arti anteriori. La targhetta ha un codice univoco che permette di identificarle qualora venissero ripescate.
L’importanza della marcatura è utile per capire la migrazione della specie, il tragitto che percorrono legato anche ai tassi di crescita è un dato importante per capire meglio gli aspetti della biologia di questi splendi animali.
Il progetto punta a consolidare la collaborazione con i pescatori, i veri alleati delle tartarughe.

Per informazioni: Massimo Virgili

Email: massimo.virgili@an.ismar.cnr.it
Tel.:   071/2078828

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