11/01/2014
E' scomparso Ferruccio Ritossa, uno dei maggiori genetisti italiani. Aveva lavorato con Adriano Buzzati-Traverso al CNR, conseguendo importanti scoperte sulla Drosophila. Lo ricordano Antonio Simeone e Roberto Defez, rispettivamente direttore dell' IGB e ricercatore dell'IBBR
E' scomparso ieri Ferruccio Ritossa, uno dei maggiori genetisti italiani. Lascia la moglie e tre figli. Affetto da una grave malattia neurodegenerativa, che lo limitava nel fisico ma non ne intaccava la lucidità, era nato a Pinguente (Pola) il 25 febbraio 1936 da una famiglia tragicamente segnata dal dramma delle foibe e dell'esilio. Laureatosi con lode in agraria nel 1954 a Bologna, ha poi lavorato con Adriano Buzzati-Traverso a Pavia, dove dopo due anni viene assunto al CNR. Nel 1962 inizia a lavorare al LIGB di Napoli appena fondato da Buzzati-Traverso, conseguendo importanti scoperte: tra queste, il fenomeno dell'heat shock in Drosophila, mostrando che i puffs dei cromosomi politenici che si osservano al microscopio incorporano uridina e quindi corrispondono ad accumuli di RNA. I suoi studi sull'RNA proseguono negli Stati Uniti con Sol Spiegelman e Kim Atwood, quindi torna all'Istituto di genetica e biofisica di Napoli dove inizia una scuola di studi sulla Drosophila che raccoglie numerosi allievi (Boncinelli, Graziani, Polito, Malva, Furia, Gargano e La Mantia) dove vengono caratterizzati vari mutanti e descritta la magnificazione. Altri allievi (Bozzetti, Caizzi, Caggese, Palumbo, Barsanti) lo seguiranno a Bari dove ottiene la cattedra in Genetica, per poi trasferirsi a Bologna fino al pensionamento. "La lucidità dell'intelligenza e la creatività dell'artista concorrevano a fare di Ferruccio Ritossa un eccezionale genetista", ricordano Antonio Simeone e Roberto Defez, rispettivamente direttore dell' IGB e ricercatore dell'IBBR. "Dal 1992 aveva intrapreso infatti un'attività di scultore, ottenendo importanti riconoscimenti".
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