18/07/2013
Nell’aula consiliare del Comune di Santadi si è svolto il convegno internazionale di studi “La Sardegna nel Mediterraneo occidentale dalla fase fenicia all’egemonia cartaginese: il problema del V secolo”
Gli organizzatori dell'incontro, che si è tenuto dal 31/5 al 2/6, sono stati il dott. Massimo Botto dell'Istituto di studi sul Mediterraneo antico del Cnr (Isma-Cnr), il prof. Peter van Dommelen (Joukowsky Institute for Archaeology and the Ancient World, Brown University – Providence, Rhode Island, USA) e il dott. Andrea Roppa (School of Archaeology and Ancient History, University of Leicester, UK). Alla conferenza hanno partecipato una quarantina di studiosi provenienti da Italia, Spagna, Belgio, Regno Unito e Stati Uniti in un’aula consiliare gremita di studiosi, studenti e appassionati di archeologia punica.
Hanno aperto i lavori il sindaco di Santadi, Cristiano Erriu, e il direttore dell’Isma-Cnr, dott.ssa Paola Santoro, che hanno ribadito l’importanza della collaborazione da tempo avviata fra l’amministrazione locale e il Cnr. Per quanto riguarda gli interventi scientifici, il quadro storico-archeologico generale è stato affrontato con dovizia di dati e profondità di analisi dal prof. Sandro Filippo Bondì, per lunghi anni titolare della cattedra di Archeologia fenicio-punica nell’Università degli Studi di Pisa e nell’Università della Tuscia di Viterbo. I rapporti fra mondo punico insulare e la grecità sono stati affrontati dal dott. Carlo Tronchetti, già Direttore del Museo archeologico nazionale di Cagliari, mentre una finestra sui contatti con il mondo etrusco è stata aperta dal dott. Vincenzo Bellelli dell’Isma.
I lavori sono proseguiti secondo uno schema organizzativo suddiviso in tre tematiche di ricerca rivolte agli insediamenti punici, alle aree funerarie e cultuali, e infine al complesso rapporto fra centri abitati e territorio. Ogni linea di indagine è risultata ulteriormente approfondita in una dialettica fra Sardegna e le altre aree oggetto dell’espansionismo cartaginese nel Mediterraneo occidentale: Sicilia, Nord Africa, Baleari e Penisola Iberica.
Per quel che concerne gli insediamenti punici di Sardegna, è stato evidenziato uno sviluppo urbanistico ed architettonico sin dalle fasi iniziali dell’egemonia cartaginese nell’isola grazie alle indagini condotte dal prof. Jacopo Bonetto dell’Università di Padova presso il centro di Nora e all’équipe dell’Isma (M. Botto, Federica Candelato, Ida Oggiano e Tatiana Pedrazzi) che da anni scava il centro di Pani Loriga. In questi due insediamenti, le indagini hanno infatti messo in luce quartieri abitativi e strutture pertinenti alle fasi finali del VI – inizi del V sec. a.C. Le relazioni degli studiosi impegnati nella Penisola Iberica hanno poi permesso di inquadrare gli sviluppi urbani colti in ambito sardo nella più ampia cornice del Mediterraneo occidentale, trovando significativi riscontri a livello cronologico e strutturale. Sono state molto apprezzate le relazioni del prof. José Luis López Castro dell’Università di Almería, che ha illustrato le recenti indagini condotte presso l’antico centro di Baria, l’attuale Villaricos, e della prof.ssa Ana Niveau de Villedary y Mariñas, che ha illustrato le complesse dinamiche dello sviluppo urbanistico dell’insediamento punico ubicato nella baia di Cadice. Altrettanto illuminante è stata la relazione di Bartolomé Mora Serrano e Ana Arancibia Román, che ha offerto nuovi dati per la comprensione della Malaka di VI-V sec. a.C. in cui emergono i dati strutturali delle antiche mura in relazione al nuovo impianto portuale, primaria fonte economica dell’insediamento.
Ai numerosi dati provenienti dalla Spagna hanno fatto da contraltare le sistematiche indagini della Soprintendenza archeologica siciliana nei centri di Palermo e Solunto illustrate dalla dott.ssa Francesca Spatafora, nonché il costante impegno della missione congiunta belgo-tunisina a Cartagine. Qui, i dati degli scavi, presentati dal prof. Roald Docter dell’Università di Gent, hanno evidenziato sia il costante sviluppo urbanistico della metropoli nordafricana fra VI e V sec. a.C., sia la progressiva espansione nel circostante territorio. La politica di controllo territoriale nell’Africa settentrionale occidentale è stata parimenti evidenziata dalla relazione della dott.ssa Lorenza Ilia Manfredi dell’Isma, incentrata sui vecchi scavi a Iol-Cesarea, nell’odierna Algeria.
Passando alla sfera funeraria, gli sviluppi nel rituale funerario e nella strutturazione dell’area necropolare nella fase di passaggio fra età fenicia ed epoca punica sono stati magistralmente illustrati dal prof. Paolo Bernardini dell’Università di Sassari, che ha analizzato la necropoli di Sulci, sull’isola di Sant’Antioco. Parimenti illuminante è stata la relazione del dott. Michele Guirguis dello stesso Ateneo, incentrata sulle recenti indagini alla necropoli di Monte Sirai. Analogo interesse ha suscitato il contributo della prof.ssa Carla Del Vais dell’Università di Cagliari, tesa a illustrare le ricerche condotte presso le necropoli di Tharros e del centro coloniale di Othoca.
I dati offerti dalle relazioni sarde sono stati messi a confronto da Jordi H. Fernández, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ibiza, e dalla sua colaboratrice dott.ssa Ana Mezquida, che hanno incentrato la loro relazione sulla monumentale necropoli del Puig des Molins.
La sfera sacra è stata analizzata in dettaglio per quanto riguarda la Sardegna punica dal dott. Giuseppe Garbati dell’Isma, che ha affrontato le complesse problematiche del passaggio di divinità pertinenti al pantheon cartaginese negli insediamenti punici di Sardegna. Il quadro culturale è stato integrato della relazione della dott.ssa Valentina Melchiorri, che ha focalizzato l’attenzione sui santuari tofet dell’isola. Confronti d’ambito rituale con l’Andalusia meridionale sono emersi dall’interessante intervento del Prof. Eduardo Ferrer Albelda, dell’Università di Siviglia, che ha proposto un quadro ricostruttivo negli insediamenti del Basso Guadalquivir.
Le problematiche inerenti il rapporto fra centri abitati e territorio sono state indagate dal dott. Andrea Roppa, che ha analizzato le dinamiche di produzione artigianale di ceramica punica presso il grande insediamento di nuraghe S’Uraki, a San Vero Milis, continuativamente abitato nel corso del I millennio a.C. I casi studio del Levante iberico e di Ampurias sono stati rispettivamente presentati dal dott. Jaime Vives-Ferrándiz del Museo di Preistoria di Valencia e dalla prof.ssa Ana Delgado dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona.
Le conclusioni del convegno sono state affidate dagli organizzatori a brevi interventi tematici di Piero Bartoloni, professore all’Università di Sassari (religione), P. Bernardini (mondo funerario), C. Tronchetti (economia e commerci) e S.F. Bondì (mobilità umana e sociale). A questi interventi hanno fatto seguito gli approfondimenti di Peter van Dommelen e Carlos Gómez Bellard, Professore all’Università di Valencia, che hanno evidenziato gli elementi di novità emersi nelle numerose relazione illustrate, arricchiti da una sessione poster particolarmente variegata. Gli organizzatori del convegno e tutti i congressisti hanno dedicato l’incontro alla memoria di Fabio Dessena, collaboratore del progetto Pani Loriga, prematuramente scomparso nell’ottobre 2012.