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LA MOLTIPLICAZIONE DEI PESCI

28/08/2001

L'Istituto di Ricerche sulle Risorse Marine e l'Ambiente (I.R.M.A.) del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha creato nel Golfo di Castellammare alcune Riserve di Pesca, ottenendo un incremento di 8 volte in soli 4 anni del pesce di fondo - tra cui triglia di fango, nasello, pagello fragolino e rana pescatrice - grazie al divieto della pesca a strascico. Lo studio, cofinanziato dall'Ue, non ha invece rilevato variazioni sensibili di altre specie quali seppie, polpi e calamari.

 

 

Quello della moltiplicazione dei pesci viene considerato tradizionalmente un miracolo, ma questa volta è accaduto davvero e i protagonisti dell'insolito esperimento sono esseri in carne ed ossa. Per l'esattezza i ricercatori del Laboratorio di Biologia Marina di Castellammare del Golfo (Sezione distaccata dell'I.R.M.A. di Mazara del Vallo), che grazie agli studi cofinanziati dall'Unione Europea hanno potuto creare nel Golfo di Castellammare alcune "Riserve di Pesca", con divieto della pesca a strascico, per svolgere campagne sperimentali su un'area di 200 kmq.

I risultati sono sorprendenti: i ricercatori del CNR hanno registrato un incremento di 8 volte in appena 4 anni dell'insieme del pesce di fondo - tra cui triglia di fango, nasello, pagello fragolino, rana pescatrice e altre specie di grande interesse economico - dovuto proprio a quel divieto. "Che l'eccessivo sforzo di pesca a strascico penalizzi fortemente la quantità di pescato è ormai acclarato - spiega il ricercatore del CNR Carlo Pipitone - visto che nella zona di levante del Golfo, ancora aperta allo strascico e frequentata comunque da paranze che operano talvolta illegalmente, il pesce è rimasto molto scarso". I risultati delle campagne condotte nel 1998-99 e nel 2000-01 hanno mostrato una stabilizzazione dei livelli di abbondanza rilevati nel 1993-94, e un ulteriore impoverimento della zona di levante.

"L'incremento - precisa però Pipitone - non ha riguardato tutte le specie: seppie, polpi e calamari, sono rimasti praticamente invariati; e nelle zone costiere, sui fondali attorno ai 20 metri, abbiamo osservato un sensibile incremento di alcune specie di pregio, ma una diminuzione di polpo, triglia di scoglio e mazzancolla".

Ma l'esperienza delle "Riserve da Pesca" ha avuto anche risvolti sociali: "Gli operatori della pesca artigianale - continua Pipitone - hanno infatti avuto molti benefici dal divieto di strascico, non solo in termini di pescato ma anche di maggiore sicurezza per il proprio lavoro".

Roma, 28 agosto 2002

Per Ulteriori informazioni: Carlo Pipitone CNR-IRMA, Laboratorio di Biologia Marina
Tel. 0924 35013 368 7015695 E-mail: pipitone@irma.pa.cnr.it