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Il Registro a WMF 2025: il nuovo web ai tempi dell'IA

13/06/2025

Il tavolo degli speaker al WMF con Chiara Spinelli (da sinistra Mirko Bruni, Massimo Fellini e Luca Bove)
Il tavolo degli speaker al WMF con Chiara Spinelli (da sinistra Mirko Bruni, Massimo Fellini e Luca Bove)

Dal 4 al 6 giugno, il Registro .it (l'anagrafe dei nomi internet italiani gestita dall'Istituto di informatica e telematica - Cnr-Iit), ha partecipato a We Make Future (WMF) 2025, la fiera internazionale dedicata a Intelligenza Artificiale, tecnologia e digitale, con uno stand dedicato e un evento sul futuro di siti web e SEO al tempo dell’IA. WMF, acceleratore di cultura e innovazione, è stato il contesto perfetto per parlare di trasformazione digitale e approfondire i cambiamenti legati all’intelligenza artificiale, con particolare attenzione al loro impatto su marketing, SEO e business online.

Il Registro .it a BolognaFiere ha dedicato uno stand alla promozione del .it come simbolo del Made in Italy: lo stand ha offerto uno spazio privilegiato di incontro tra Registrar, web agency e marketer, per confrontarsi su temi chiave come nomi a dominio, brand awareness e strategie di marketing digitale. Inoltre, a WMF il Registro ha organizzato un evento, che si è tenuto il 5 giugno, dal titolo “Siti web (e SEO) non sono morti: come sopravvivere all’era dell’AI e delle risposte istantanee”.

L’incontro, in formato talk, è stato condotto da Massimo Fellini (giornalista, content manager, divulgatore esperto di innovazione e intelligenza artificiale) e ha visto la partecipazione di esperti del settore come Mirko Bruni (Ceo di The Fool, presidente dell'Osservatorio Generazioni – Gens e docente nel corso Big Data e Business Analytics presso l’Istituto Universitario Salesiano Venezia - Iusve) e Luca Bove (fondatore di Local Strategy, digital e search marketing strategist, esperto di Local SEO e Google Business Profile).

Al centro del dibattito, un tema caldissimo e in continua evoluzione: come l’intelligenza artificiale sta trasformando l’esperienza di ricerca e la visibilità online, e cosa significa oggi ripensare SEO e siti web in ottica di marketing. Il talk è stato preceduto dall'intervento di Chiara Spinelli, responsabile Segreteria per la comunicazione del Cnr-Iit, che ha presentato il Registro e il suo impegno nella promozione e valorizzazione del .it, oltre che nel sostegno alle aziende e liberi professionsti, supportandoli nella loro identità online, anche nei cambiamenti in corso ai tempi dell'Intelligenza artificiale.

Fellini ha dato il via al dibattito presentando un quadro generale sulla diffusione dell’utilizzo dei modelli linguistici al posto dei motori di ricerca tradizionali, commentando che “da maggio 2024 a Febbraio 2025 i principali siti di informazioni statunitensi hanno registrato una perdita del 15% del traffico proveniente da Google. Tuttavia, c'è un'esplosione relativa del traffico derivante dai chatbot (ChatGPT, Gemini, ecc.) aumentato del 2100%. Se si fa una comparazione, soltanto sul mercato americano e nei mesi indicati, ci sono stati sei milioni di visite in totale proveniente dall'intelligenza artificiale contro 2,3 miliardi provenienti da Google, quindi si registra una riduzione di ben 400 volte. Laddove l'utente si concentri sull’AI Overview, notiamo una riduzione della propensione al click nel primo e nel secondo link restituito da Google del 34%”.
Numeri importanti su cui riflettere, non solo per chi vuole aprire un sito o una landing page, ma anche per chi un sito c’è l'ha già, per capire come implementarlo e come ottimizzarlo.

“Lo ‘zero clic’ per alcune categorie è cruciale, ad es. come quella dell’industria editoriale”, ha dichiarato Bove. “In passato c’era uno scambio non scritto tra editori e Google, che ‘rubava’ le informazioni e in cambio restituiva tantissimo traffico. Con l’AI, questo accordo viene meno e viene richiesto un nuovo modello di business che ancora non è noto. Per altre categorie come l’e-commerce o il retail fisico, se acquistiamo o ci rechiamo al ristorante, lo ‘zero clic’ non è un problema, perché l’obiettivo è stato comunque raggiunto”. Pertanto, calo di “clic” e danno al business online non sempre viaggiano sullo stesso binario: dipende dalle specifiche attività merceologiche prese in considerazione.

È indiscutibile il fatto che stiamo assistendo a una nuova rivoluzione, caratterizzata da un cambiamento e da grande complessità. In questo contesto, Bruni ha stigmatizzato il fatto che “siamo già abituati ai cambiamenti, alle regole che mutano velocemente. Siamo abituati a un mondo in continua evoluzione e con ogni probabilità troveremo nuove idee e soluzioni al problema dello ‘zero clic’. La metà delle ricerche porta già allo ‘zero clic’: stiamo parlando di un traffico sulla Serp che comunque non arriva, perché l’utente si accontenta del knowledge Graph, cambia idea, o sta semplicemente cercando il nome di un attore ad es. e molte ricerche non vanno oltre quello. Certamente l’AI Overview dà le informazioni che cerchiamo, calerà il traffico della ricerca, ma dobbiamo farci i conti”.

La vera domanda da porsi è perché Google scelga di investire nella funzione Overview una quantità di risorse pari a otto volte i costi abituali, senza ottenere un ritorno diretto in termini di monetizzazione. La risposta ce l’ha data ancora il Ceo di The Fool: “Qui non stiamo parlando di un modello di business di una ricerca, ma stiamo parlando di quello che qualcuno paragona alla corsa allo spazio che abbiamo visto negli anni 60 con gli investimenti da parte dei governi: Google lo fa perché chi domina l’AI domina il mondo”.

Tra i diversi spunti del talk è emerso anche un punto chiave: la relazione tra la search e il sito web potrebbe non essere così imprescindibile come spesso si ritiene. A questo proposito, Bruni ha sottolineato che la maggior parte del traffico arriva dai motori di ricerca, ma quella non è l'unica leva strategica per attrarre utenti sul proprio sito, e - dato il cambiamento in corso - in questo momento abbiamo l'opportunità di rivedere le strategie per promuovere la propria attività e il proprio sito web.

L’AI non è un nemico, ma uno strumento da integrare nei propri progetti web e questa fase può essere vista come un’opportunità per andare oltre i canali tradizionali e ripensare ai contenuti dei siti web. Non dobbiamo necessariamente parlare soltanto di testo: avatar multilingue, chatbot, video interattivi, podcast e contenuti personalizzati sono nuove possibilità creative e funzionali per potenziare le informazioni dei siti e per rafforzare la presenza online di imprese e liberi professionisti.

Il sito web rimane un elemento fondamentale della presenza online, uno spazio proprietario, indipendente dai big player del settore (Google, Meta, Tik Tok, ecc.), in cui possiamo davvero esercitare il pieno controllo su contenuti e dati. In questo contesto, il sito web diventa un autentico data hub, uno spazio in cui comunicare in modo diretto, affermare la propria identità e agire senza intermediari di sorta.

Alla fine dell’evento, speaker e partecipanti hanno condiviso un momento informale, aperitivo e chiacchiere, per un’occasione di networking, confronto e riflessione sul digitale di domani.

Per informazioni:
Chiara Spinelli
Cnr-Iit/Registro .it
chiara.spinelli@iit.cnr.it

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