15/12/2024
Il progetto "Terre" (SisTEmi multifunzionali nanofibrosi per controllare e riduRRE gli impatti ambientali nei sistemi agricoli), finanziato dal Cnr con 200mila euro nell’ambito del piano strategico triennale di ricerca 2020-2022, coinvolge quattro diversi istituti del Cnr: Iia, Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali - Ipcb, l’Istituto di ricerca sulle acque - Irsa, l’Istituto per la bioeconomia - Ibe. Il progetto, coordinato da Antonella Macagnano (Cnr-Iia), propone strategie innovative per migliorare l'infrastruttura tecnologica delle pratiche agricole, combinando lo sviluppo di nuovi prodotti agricoli agenti da biostimolanti della crescita delle piante, con quello di nuovi sensori, basati entrambi su materiali intelligenti nano-strutturati, con l'intento di mantenere la competitività dei raccolti e delle aziende agricole, migliorando al contempo la protezione delle risorse naturali e preservando l'ecosistema suolo. Lo studio, in scadenza a febbraio di quest’anno, è stato prorogato fino ad agosto 2025.
"Terre" propone un modello bioispirato multifunzionale implementabile con una tecnologia basata sui principi dell’elettrofilatura polimerica per ottenere dei dispositivi nanofibrosi versatili e modulabili in una pletora di architetture (garze, tessuti, reti, vasi) e combinazioni chimiche per applicazioni in sistemi agricoli. Tali dispositivi potranno essere facilmente sviluppabili utilizzando come risorse principali alcune categorie di scarti agro-industriali, rientrando nei meccanismi di un modello ispirato alla natura e ai principi di economia circolare. Essi saranno attivati sia con agenti nano-biostimolanti (dedicati allo sviluppo delle coltivazioni), sia con agenti “sensibili” (sviluppo di sensori) alle variazioni gassose/volatili (volatolomica) dell’ecosistema suolo-pianta, divenendo un modello innovativo per migliorare l'infrastruttura tecnologica delle pratiche agricole. Infatti, la combinazione di prodotti innovativi per l’agricoltura con sensori in grado di monitorare il loro stesso funzionamento, manterrà la competitività dei raccolti e delle aziende agricole, migliorando, nello stesso tempo, la protezione delle risorse naturali e del suolo. Il modello proposto in TERRE è inoltre guidato da un approccio waste-to- wealth, dove tutti i prodotti vengono riutilizzati, come in natura, in un modello circolare di valorizzazione dei rifiuti. Quindi scarti agro-industriali (gusci di frutta secca) o biomasse infestanti (macroalghe nelle lagune) o residui di processi biotecnologici (pareti di lieviti e funghi) diventeranno la base per nuove risorse “intelligenti” da riutilizzare in sistemi agricoli sostenibili e controllati. TERRE si propone di implementare innovazioni tecnologiche con ricette definite e metodologie green, ottimizzando il reperimento di risorse utilizzate nei cicli di produzione (scarti) focalizzandosi anche, oltre che nello specifico sulla salvaguardia del suolo e dei sistemi ad esso correlato, sulla riduzione dei costi e dei consumi energetici, adattandosi al piano d'azione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, limitando l'utilizzo di nuove risorse e riducendo le emissioni di CO2.
Daniele di Stefano, giornalista ambientale, ha dedicato al progetto "Terre" un articolo sulla rivista online "Rigeneriamo il Territorio" dal titolo "Agricoltura 4.0 grazie a nanotecnologie ottenute dagli scarti", settore ricerca e innovazione, dal titolo "Agricoltura 4.0 grazie a nanotecnologie ottenute dagli scarti".
Per informazioni:
Antonella Macagnano
Cnr-Iia
Via Salaria km 29,300
antonella.macagnano@cnr.it
Daniele Di Stefano, Rigeneriamo il Territorio, danieledistefano@live.it
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