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Impronte umane sulla qualità dei sedimenti nella zona umida internazionale di Shadegan, a nord-ovest del Golfo Persico

28/11/2024

Distribuzione spaziale degli indici di inquinamento MPI ed ATI (vedi testo per le spiegazioni)
Distribuzione spaziale degli indici di inquinamento MPI ed ATI (vedi testo per le spiegazioni)

La zona umida internazionale di Shadegan, situata nel sud-ovest dell'Iran, è un ecosistema critico che supporta una fauna selvatica diversificata e svolge un ruolo vitale nella biodiversità regionale, rendendo la sua conservazione essenziale sia per la stabilità ecologica che per il sostentamento delle comunità locali. Un recente studio internazionale, a cui ha partecipato Renato Somma, ricercatore Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e associato per la ricerca presso Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Cnr-Iriss), ha valutato la contaminazione dei sedimenti superficiali di questa zona umida identificando le concentrazioni di metalli pesanti, valutando i livelli di inquinamento mediante indici multi-elemento e determinando le fonti di inquinamento. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Water, Air, & Soil Pollution", edita da Springer.

"Questo studio valuta la contaminazione dei sedimenti superficiali di questa zona umida, identificando le concentrazioni di metalli pesanti, valutando i livelli di inquinamento mediante indici multi-elemento e determinando le fonti di inquinamento mediante analisi statistiche", ha dichiarato Somma. "I campioni di sedimento sono stati raccolti in quindici punti della zona umida e analizzati per le concentrazioni di sei metalli pesanti: Arsenico (As), Cromo (Cr), Rame (Cu), Nichel (Ni), Piombo (Pb) e Zinco (Zn). I risultati hanno rivelato una contaminazione da moderata a considerevole dei sedimenti, in particolare con Cr, Ni, Pb e Zn, con concentrazioni superiori ai livelli di fondo locali. Le tecniche statistiche multivariate, tra cui la matrice di correlazione e l'analisi delle componenti principali, hanno identificato le fonti di inquinamento comuni, come le acque reflue urbane, gli effluenti industriali e i deflussi agricoli. Gli indici di inquinamento, tra cui l'Indice di inquinamento modificato (MPI), l'Indice di tossicità aggregata (ATI), l'Indice di contaminazione ecologica (ECI), l'Indice di gravità della contaminazione (CSI), l'Indice di rischio tossico (TRI) e le Unità tossiche totali (STU), sono stati utilizzati per valutare la gravità dell'inquinamento, rivelando livelli di inquinamento da moderati a pesanti in alcune aree, attribuiti principalmente ad atti antropogenici".  

Un aspetto unico di questo studio è l'introduzione dell'indicatore Safe-Heart, un nuovo strumento di visualizzazione che fornisce una panoramica completa dell'inquinamento dei sedimenti, evidenziando le aree ad alta contaminazione e sottolineando l'urgente necessità di misure di bonifica per salvaguardare l'ecosistema della zona umida e i suoi organismi acquatici.

Per informazioni:
Renato Somma
Cnr-Iriss
renato.somma@ingv.it

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