News

Ambienti interni: rendere visibile l'invisibile

13/10/2022

rete ERA-ENVHEALTH
rete ERA-ENVHEALTH

Lo scorso 6 ottobre si è svolta on air la conferenza internazionale organizzata dalla rete ERA-ENVHEALTH e promossa dall’Istituto nazionale del Belgio per la protezione della salute (Federal Public Service Health, Food Chain Safety and Environment, Belgium) per fornire aggiornamenti sulle attività scientifiche portate avanti dai membri della rete sull’inquinamento indoor.

Gli ambienti interni sono cruciali perché vi trascorriamo la maggior parte del nostro tempo: a casa, a scuola, al lavoro -ma non solo- e ad essi è collegata buona parte della nostra qualità di vita. Le problematiche ambientali sono legate alla qualità dell’aria, ai materiali da costruzione e vernici, agli strumenti di pulizia, a ventilazione, cucina e riscaldamento, al comportamento degli abitanti.

Le presentazioni si sono concentrate molto sugli strumenti di controllo e rilevamento dell’inquinamento in diverse situazioni, sottolineando l’importanza della conoscenza per pianificare la prevenzione: il monitoraggio delle polveri e delle radiazioni nell’aria, l’esposizione delle persone misurata con il biomonitoraggio umano, i test per rilevare asma e malattie polmonari, i sistemi di allerta e di interazione con i cittadini. Sempre più spesso le persone vengono coinvolte nei controlli, non solo perché hanno diritto di conoscere lo stato del proprio ambiente, ma perché possono contribuire attivamente alla prevenzione e ad eliminare alcune situazioni di rischio.

L'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr ha partecipato ai lavori presentando un lavoro di ricerca sull'inquinamento da gas radon, di cui i ricercatori del Cnr-Ifc hanno contribuito ad identificare il rischio nella Regione Sardegna, in collaborazione e sulla base del lavoro di monitoraggio fatto da ARPA Sardegna, e a impostare un lavoro di formazione dei dipendenti del servizio sanitario regionale e di informazione alla comunità.

Il lavoro è stato illustrato nell’articolo pubblicato quest’anno su Advances in Geosciences (articolo disponibile al link in calce).

Come recitava il titolo della conferenza “Ambienti interni: rendere visibile l'invisibile”, il gas radon non è visibile né percepibile, è un rischio naturale e non intenzionale, legato alla presenza di radio nel terreno, che la maggior parte dei cittadini non conosce. E’ un rischio però ben conosciuto dalla scienza: si sa che può provocare tumore al polmone alle persone esposte e che il rischio è molto più alto se le persone fumano, e conoscendo i livelli di radon negli ambienti interni si possono calcolare le morti “evitabili” (se si elimina il rischio). Non solo, sono ben conosciuti anche i sistemi per evitare l’esposizione e bonificare gli ambienti, quando vengono rilevati livelli di radon nei luoghi chiusi  (su cui la Regione Sardegna ha messo a punto “Indirizzi in materia di sostenibilità ed ecocompatibilità nella costruzione/ristrutturazione di edifici al fine di migliorare la qualità dell'aria, anche in relazione al rischio radon, per orientare i regolamenti edilizi in chiave ecocompatibile”  ).

La comunicazione del rischio non è facile in queste situazioni, come si è visto dalla rassegna degli studi sulla percezione di recente pubblicata, sia al pubblico in generale, sia a chi può veicolare le informazioni utili come i medici, gli amministratori pubblici ma anche gli operatori del settore costruzioni, che devono sapere se l’area in cui lavorano è o meno a rischio radon.

Si attende da più di un anno la pubblicazione del nuovo “Piano d’azione radon”, richiesto dal D.lgs 101/2020 che ha recepito da Direttiva 2013/59/Euratom sulla protezione dalle radiazioni ionizzanti (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/sg) che riguarda non più solo i luoghi di lavoro ma anche le abitazioni private e deve contemplare le modalità e le azioni di monitoraggio e prevenzione dei rischi, di informazione della popolazione nonché tutte le responsabilità degli enti coinvolti nella gestione del problema. Il lavoro svolto in Sardegna, di monitoraggio a tappeto di tutto il territorio, in luoghi pubblici e privati comprese le scuole, di comunicazione e coinvolgimento degli enti locali, di identificazione delle aree maggiore rischio, di lavoro di concerto tra istituzioni diverse che hanno elaborato linee di indirizzo per la bonifica rappresenta un esempio virtuoso che prepara al meglio la Regione agli adempimenti del futuro “Piano d’azione radon”.

Per informazioni:
Liliana Cori
Cnr-Ifc
via Moruzzi 1
Pisa
liliana.cori@ifc.cnr.it
+393467543190

Vedi anche: