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Docenti di matematica cercansi

21/02/2022

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in un articolo apparso su ‘Il tempo’, ha lamentato la preoccupante carenza di insegnanti di matematica. “Le cattedre vuote sono migliaia nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e il fenomeno va attribuito allo scarso appeal delle materie scientifiche, sia a livello sociale sia sotto il profilo retributivo. Non manca il legame con la questione di genere che vede la scarsa presenza di ragazze nell’ambito delle Stem”, ha dichiarato. Infatti, nella terza edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia - Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia” ,a cura del Consiglio nazionale delle ricerche, tra i dati e emerso che “la quota di donne è cresciuta e rappresenta più della metà dei dottori di ricerca. Si riscontra tuttavia una polarizzazione, gli uomini coprono il 60% dei posti nelle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e le donne il 58% nelle altre materie. Si riscontra inoltre un gap salariale pari a circa 312 euro mensili in Italia e 209 all’estero, che esplode nelle scienze mediche, dove gli uomini, dopo 4-6 anni dal conseguimento del titolo, guadagnano addirittura 704 euro in più delle donne”. Il ministro Bianchi ha posto l’accento anche sulla formazione dei docenti.

Sul tema pubblichiamo il commento di Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr e membro della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica dell’Unione Matematica Italiana (UMI-CIIM): “L’interesse del Ministro sulla questione 'insegnamento della matematica' è sicuramente un segnale importante. Gli ultimi drammatici anni hanno evidenziato come, nella società in cui viviamo, lo sviluppo di conoscenze e competenze matematiche di base per tutti sia un obiettivo educativo, etico e civile imprescindibile, un’esigenza primaria per la democrazia. Lo sviluppo di un’educazione matematica di base di qualità per tutti richiede l’investimento di risorse, non solo economiche: è necessario investire sulle strutture e sugli insegnanti (a partire dalla loro formazione fino al riconoscimento sociale e economico di una professione così importante), e al tempo stesso promuovere e incentivare a livello di orientamento l'iscrizione dei e delle giovani ai corsi di laurea in materie STEM, in primo luogo proprio in matematica. L’obiettivo richiede uno sforzo su tutto il percorso educativo. Già ai primi livelli scolari, infatti, si può fare la differenza nel percorso formativo matematico di un bambino o una bambina: si possono porre le basi per contrastare gli stereotipi di genere relativi all’educazione scientifica o viceversa promuoverli, si può nutrire la passione verso la scoperta, i perché delle cose o viceversa alimentare la paura di fare domande stupide e dell’errore, entrambe ingiustificate. Questo evidenzia l’importanza della formazione matematica per le future maestre e maestri, per cui spero siano definitivamente superate le voci riguardo a un possibile ridimensionamento degli spazi per tale formazione nei corsi di Scienze della Formazione Primaria, riduzione che sarebbe devastante. D’altra parte, per la scuola secondaria non c’è solo la carenza di matematici che scelgono di insegnare, ma anche l’assenza di percorsi di formazione specifica alla professione di insegnante: la necessaria conoscenza disciplinare non è sufficiente per definire un buon insegnante e, se è vero che l’insegnante acquisisce competenze in tutto il suo percorso lavorativo, è evidente che un percorso di formazione iniziale di qualità fa la differenza. L’assenza di tale percorso accomuna oggi tutte le discipline, ma per la matematica è quasi un paradosso, essendo una delle poche discipline per le quali esiste un campo di ricerca specifico in didattica e per cui esistono realtà formative di eccellenza. Il punto è che questi insegnamenti non sono richiesti per diventare insegnanti. Si parla ora di una possibile riforma, che speriamo possa diventare realtà, che introduca la necessità di una formazione pre-ruolo per l’insegnamento nella scuola secondaria, organizzata in un percorso post-laurea magistrale nel quale si crei una comunità di apprendimento, allontanando modelli riconducibili alla mera raccolta di CFU acquisiti in modo non pianificato. Se tale riforma storica - secondo me imprescindibile - vedrà prossimamente la luce, sarà fondamentale farla bene. Con l’UMI-CIIM, commissione di cui faccio parte, abbiamo evidenziato la necessità che questo percorso formativo:

  • sia stabile e abbia tempi ben definiti;
  • sia progettato insieme da scuola e università e preveda un tirocinio nella scuola;
  • sia caratterizzato da una didattica fortemente laboratoriale in tutti gli insegnamenti previsti;
  • coniughi tra loro le diverse riflessioni di natura trasversale (pedagogiche, psicologiche e antropologiche) e i saperi didattici disciplinari, epistemologici e storici propri delle discipline coinvolte nelle specifiche classi di insegnamento. Siamo a una svolta epocale, e la comunità matematica italiana è pronta a fare la sua parte e a prendersi le sue responsabilità”.