11/03/2021
Il 2020 rimarrà senza dubbio nella memoria storica collettiva, oltre che in quella personale di chi è stato testimone, protagonista e vittima di un evento che ha segnato la storia del nostro Paese: la pandemia. Il 9 marzo 2020 il Governo con il decreto cosiddetto “#iorestoacasa” poneva l’Italia in zona protetta: era l’inizio del lockdown. Insieme alla piena coscienza di trovarsi di fronte ad un nuovo, invisibile nemico, il virus SARS-CoV-2, cresceva la consapevolezza che le armi per sconfiggerlo sarebbero venute dalla ricerca scientifica, multidisciplinare, biomedica ed epidemiologica. La ricerca scientifica, infatti, gioca un ruolo fondamentale nel formulare le strategie per contrastare non solo la pandemia presente, ma anche quelle future.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il maggiore Ente Pubblico di ricerca italiano, per la natura stessa della sua missione, non poteva che essere in prima linea nel fornire alla società il suo contributo multidisciplinare. E il bilancio della sua attività, ad un anno dall’inizio della pandemia, è la dimostrazione dell’eccellenza delle sue ricerche.
Innanzitutto, la possibilità di garantire il funzionamento delle strutture e quindi l’attività di ricerca di un Ente che si colloca nell’alveo della Pubblica Amministrazione, rispettando allo stesso tempo le misure limitative previste dalle disposizioni Ministeriali per il contenimento dell’epidemia, ha richiesto una profonda ristrutturazione dell’organizzazione del lavoro.
A questo scopo, per consentire un’azione coordinata è stata istituita dal Cnr fin dalla fine di febbraio una Cabina di regia a supporto della Direzione Generale, che ha iniziato un’interlocuzione con i direttori di Dipartimento e di Istituto, al fine di operare un monitoraggio capillare delle attività in corso nelle strutture. Inoltre ha elaborato linee guida e protocolli operativi per lo svolgimento delle attività in un quadro di sicurezza e ha operato da punto di contatto con gli Istituti per rispondere a tutti i quesiti relativi all’organizzazione del lavoro e alla sicurezza. Questa azione si è svolta in un costante dialogo con le rappresentanze sindacali nazionali e locali, nonché con frequenti interlocuzioni con le istituzioni: dal Commissario Straordinario per l’Emergenza, ai Ministeri della Salute e dell’Università e Ricerca, all’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani, alle amministrazioni Regionali.
Quindi, pur nelle severe limitazioni imposte dalla situazione di emergenza, il Cnr, grazie all’impegno dei suoi ricercatori, tecnici e personale amministrativo, ha sempre operato nella continuità dell’azione amministrativa e della ricerca, attivandosi immediatamente a supporto della gestione dell’epidemia e, in una seconda fase, organizzando la ripresa delle attività di ricerca con priorità ai progetti riguardanti direttamente il contrasto a SARS-CoV-2 e Covid-19. Alle istituzioni è stato presentato un elenco dettagliato di tutte le attività in corso, o attivabili a breve, nelle strutture Cnr che avessero rilevanza per il contrasto e la gestione dell’epidemia. Inoltre, ricercatori e tecnici del Cnr si sono messi a disposizione per dare supporto alle strutture sanitarie, secondo le proprie competenze: dal fornire personale specializzato per eseguire i test molecolari, alla preparazione di reagenti e disinfettanti da fornire agli ospedali.
Ad un anno dall’inizio dell’epidemia, sono attivi decine di progetti di ricerca che coinvolgono tutti e sette i Dipartimenti del Cnr e che comprendono un ampio ventaglio di discipline: dalle scienze fisiche, chimiche, biomediche alle scienze umane. In particolare, il Dipartimento di scienze biomediche (Cnr-Dsb), maggiormente coinvolto per la sua stessa natura nella risposta alla pandemia, ha attivato progetti di ricerca che vanno dall’indagine dei meccanismi molecolari di malattia e della risposta immunitaria, a studi epidemiologici e sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche. Un elenco dettagliato dei progetti attivati dal Dipartimento è consultabile visitando il sito web del Dipartimento dedicato alla pandemia https://dsb.cnr.it/pandemics/home-it.html.
Di rilevanza particolare è il progetto appena partito, coordinato dal Cnr-Dsb e finanziato interamente dal Cnr, SerGenCOVID19, un’indagine sierologica e genomica su 10.000 partecipanti di tutta Italia, che ha lo scopo di monitorare la risposta immunologica all’infezione naturale e ai vaccini, oltre che individuare marcatori genetici correlati alla malattia COVID19.
Ma le attività del Cnr, attraverso i suoi Dipartimenti, vanno dalla generazione di nuovi materiali con proprietà antivirali, alle applicazioni per la telemedicina e il monitoraggio a distanza delle condizioni di salute dei pazienti, agli strumenti informatici per l’analisi dei dati clinici, fino allo sviluppo di soluzioni innovative per la didattica a distanza.
Il Cnr è stato presente fin da subito anche sul fronte dell’informazione al pubblico. Oltre al sito “Pandemics”, il CNR ha attivato tutti i suoi canali di comunicazione istituzionali, dallo Speciale Coronavirus curato dall’Ufficio Stampa (https://www.cnr.it/it/speciale-coronavirus-2020), al sito Outreach CNR (https://www.outreach.cnr.it/).
La missione fondamentale del Cnr è “creare valore attraverso le conoscenze generate dalla ricerca”. Fedele a questo principio, il Cnr ha operato e continuerà ad operare anche in questa situazione emergenziale, per fornire nuove risposte e nuove soluzioni ai bisogni della società.
Per informazioni:
Daniela Corda
direttore Cnr - Dsb
direttore.dsb@cnr.it
Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm, email: giovanni.maga@igm.cnr.it