Intervento del Presidente

Enrico Fermi, 100 anni di futuro dal suo diploma al liceo classico. Fantasia e fisica per tutti

13/11/2018

Luisa Solferino, Giovanni Caprara, Massimo Inguscio, David Schwartz e Max Mizzau Perczel
Luisa Solferino, Giovanni Caprara, Massimo Inguscio, David Schwartz e Max Mizzau Perczel

In occasione dell'uscita del nuovo libro biografico sulla vita e opere del Nobel Enrico Fermi, a cura di David N. Schwartz, dal titolo 'L’ultimo uomo che sapeva tutto', è stata organizzata presso la sede centrale del Cnr di Roma una tavola rotonda presieduta dal presidente Massimo Inguscio. L'incontro aveva il duplice obiettivo di rilanciare il pensiero e i molteplici talenti di Fermi, e stimolare una riflessione di futuro -con alcune scolaresche di licei classico e scientifico- su quanto sia attuale la straordinaria eredità scientifica di Fermi e il suo metodo di insegnamento.

La tavola rotonda si è tenuta il 6 novembre in Aula Marconi, alla presenza del presidente Massimo Inguscio, David Schwartz, autore del libro biografia su Enrico Fermi edito da Solferino, Giovanni Caprara, giornalista del Corriere della Sera e presidente dell’Unione dei giornalisti scientifici italiani, Luisa Sacchi, direttore della casa editrice Solferino Rcs MediaGroup, Max Mizzau Perczel, portavoce del presidente del Cnr e la partecipazione speciale di alcune scolaresche guidate e accompagnate dalla dirigente scolastica del liceo classico statale Pilo Albertelli ( https://liceopiloalbertelli.gov.it) Antonietta Corea - dove Fermi si diplomò 100 anni fa a 17 anni, un anno in anticipo - e dalla dirigente scolastica Paola Gasperini del Liceo scientifico statale Morgagni ( https://www.liceomorgagni.gov.it/ ).

“Quest’anno il Cnr festeggia 95 anni di storia, scienza, ricerche e scoperte, futuro e tanto altro” – afferma Massimo Inguscio. “Tornando indietro nel tempo, penso a quando negli anni venti lo scienziato matematico e professore Vito Volterra, primo presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, avviò i primi programmi di mobilità internazionale per giovani ricercatori italiani. Tra i pionieri beneficiari di questi programmi di mobilità internazionale – finanziati sia dal Miur che da altre istituzioni italiane, sia grazie ad accordi con nazioni amiche come gli Stati Uniti che alla generosità e visione di uomini come per esempio John Davison Rockefeller e William Fulbright – ci fu il giovane Enrico Fermi che, allora 23enne, vinse una borsa di studio della Fondazione Rockefeller, per un periodo di studio nell'autunno del 1924 a Leida, presso l'istituto diretto da Paul Ehrenfest. Questo avvenne pochi mesi dopo l’interessamento di Volterra e la pubblicazione di Fermi di un lavoro dal titolo ‘Sopra la riflessione e la diffusione della risonanza’, in cui Fermi sviluppò la teoria del fenomeno della risonanza ottica. Sempre nel 1924 Fermi scrisse ‘Considerazioni sulla quantizzazione di sistemi che contengono elementi identici’, che rappresenta il primo vero passo verso quella che sarà una delle sue principali scoperte da lì a due anni: la nuova statistica quantistica che porta il nome di statistica di Fermi-Dirac.
Negli anni successivi gli studi del giovane Fermi contribuirono alla forse più grande rivoluzione concettuale, dopo quelle di Galileo e Newton, al trionfo della meccanica quantistica, la meccanica del mondo atomico-molecolare e alla penetrazione dei misteri del nocciolo più profondo della materia: il nucleo. Le intuizioni di Fermi, la sua eleganza nel disegnare formule apparentemente astratte e invece ricche di assoluta concretezza lo elevano a genio del Novecento. Gli smartphone, e le batterie di oggi, con cui i giovani convivono e interagiscono ogni giorno, molto hanno a che fare con le intuizioni e le scoperte di Volterra e poi di Fermi. I loro studi, anni dopo, figliarono a Pisa nel 1957 la Cep, Calcolatrice elettronica pisana, il primo computer interamente progettato e realizzato in Italia. Un mix di valvole e transistor grande come un campo da tennis e alto come un frigorifero, capace di fare 70mila addizioni al secondo grazie a una memoria di 8k (l'equivalente di un breve documento di testo), realizzata a mano con piccoli anelli di ferrite. Da queste esperienze scientifiche tecnologiche di frontiera nacque alla fine degli anni ’50 il primo calcolatore - grazie alla visione di Enrico Fermi, assieme al Cnr e all’Università di Pisa. In seguito l’imprenditore intellettuale inventore Adriano Olivetti seppe valorizzare questo risultato nel primo calcolatore elettronico per uso commerciale al mondo. Tra i tanti notevoli  lavori e scoperte di Fermi c’è quello di una statistica quantistica di un gas di atomi che ha permesso di comprendere il comportamento di vari costituenti della materia quali elettroni, protoni, neutroni, quarks”, riflette Inguscio assieme agli studenti liceali in sala e le loro professoresse.

“Non a caso questi mattoni fondamentali dell’Universo appartengono alla grande famiglia che chiamiamo dei ‘fermioni’. La statistica di Fermi assume un ruolo fondamentale in svariati campi, dai solidi ai superfluidi, dagli atomi alla Fisica nucleare, dalle particelle elementari all’astrofisica e ha una ricaduta importantissima nella vita quotidiana, consentendo ad esempio di capire il comportamento dei semiconduttori che hanno permesso lo sviluppo dell’elettronica moderna. Nei laboratori sulla collina di Arcetri, dove è avvenuta una delle prime realizzazioni del ‘mare di Fermi’ atomico, sono tuttora in corso gli esperimenti del Lens, là dove ‘nuvole’ di fermioni raffreddate a pochi miliardesimi di grado sopra lo zero assoluto ci permettono di osservare le leggi fondamentali della Natura e sviluppare tecnologie rivoluzionarie. Molte ricerche condotte oggi al Cnr hanno derivazione dalle intuizioni di Fermi: la tradizione continua, arrivando alle ultime frontiere della ricerca.
Oggi ricordiamo un Fermi in parte meno noto e inedito. Penso alle sue qualità straordinarie nel saper insegnare, in modo chiaro e semplice, a studenti normali, argomenti, formule, scoperte molto complesse. Il suo primo libro per gli studenti di liceo, scritto nel 1929 per Zanichelli, quando aveva solo 28 anni, sui principi della fisica, è rimasto un capolavoro di divulgazione scientifica, aggiornato e rivisto dal suo allievo Edoardo Amaldi. L’Amaldi, il corso di fisica per le scuole medie superiori, nasce da quel testo di Fermi. Nel 1947 Amaldi, allievo e collaboratore di Fermi nella scuola di via Panisperna, rielabora e riscrive il testo insieme alla moglie Ginestra, astronoma e divulgatrice scientifica. Oggi più di ieri stupisce la capacità di Fermi, sempre attuale e fonte di ispirazione per ricercatori e insegnati come me, di imparare dagli studenti qualcosa di nuovo ogni volta che un concetto o un problema di fisica e di matematica veniva da lui genialmente spiegato e ripassato con apparente semplicità e facilità per chi parla e chi ascolta. Fermi aveva un grande talento per attrarre e formare sia futuri geni e premi Nobel, sia nel motivare, valorizzare e incuriosire studenti normali alla fisica, ai suoi misteri e alle future scoperte. Sapeva accendere la fantasia in ogni studente e non era mai stanco nel farlo”. 

Per informazioni:
Presidenza Cnr
presidenza@cnr.it

Vedi anche:

Immagini: