Comunicato stampa

RICERCATORI ITALIANI VIAGGIANO SOTTO IL FONDO DELL'OCEANO

28/05/2003


La prestigiosa rivista Nature ha dedicato un articolo e l'immagine di copertina dell'ultimo numero ad uno studio sulle Dorsali Medioceaniche effettuato da ricercatori dell'Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR-CNR) di Bologna, diretto da Enrico Bonatti: un viaggio sotto il fondo dell'Oceano Atlantico per ricostruire la risalita dall'interno della Terra di materiale caldo (oltre 1200° C) situato sotto le Dorsali, che determina la formazione della crosta terrestre, in uno scenario di vulcanismo e sismicità intensi che può persino influenzare il livello del mare e il clima.

Avventurarsi sotto il fondo dell'Oceano Atlantico, all'interno della Terra, per scoprirne i segreti. Una sfida che Giulio Verne ha descritto in un suo famoso libro, e nella quale si sono cimentati ora i ricercatori dell'Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (ISMAR-CNR), che grazie a un sofisticato sottomarino francese e a navi oceanografiche italiane e russe hanno esplorato il fondo dell'Oceano fino ad una profondità di quasi 6000 metri. Una ricerca che li ha visti impegnati per anni e che ora la prestigiosa rivista Nature racconta in un articolo pubblicato sull'ultimo numero, che in copertina riporta anche una immagine tratta dalla ricerca.

"Le Dorsali Medioceaniche - spiega Enrico Bonatti, Direttore dell'ISMAR-CNR di Bologna e coordinatore di questa ricerca - sono strutture fondamentali del nostro Pianeta. Si tratta di una catena montuosa che si estende per oltre 60 mila chilometri sul fondo degli oceani: 2/3 della crosta terrestre si formano infatti lungo l'asse delle Dorsali, dove si concentrano l'80% del vulcanismo e buona parte della sismicità e perdita di calore e gas del nostro Pianeta. La lenta risalita dalla profondità di centinaia di chilometri al di sotto delle Dorsali di materiale caldo provoca la formazione della crosta suboceanica accompagnata da vulcanismo, terremoti e perdita di gas".

"Le nostre ricerche - prosegue Bonatti - hanno portato ad una serie di risultati nuovi ed inaspettati, in quanto siamo riusciti a determinare, per la prima volta, la velocità con cui il mantello terrestre risale sotto la Dorsale, pari a 25 millimetri all'anno: un dato essenziale per capire i meccanismi di formazione della crosta oceanica. Abbiamo poi scoperto che la temperatura del materiale profondo che risale sotto la Dorsale MediAtlantica, pur se soggetta a oscillazioni nel tempo, è aumentata gradualmente negli ultimi 20 milioni di anni e, conseguentemente, è aumentato anche lo spessore della crosta terrestre dell'Atlantico. Questi risultati possono sembrare molto "remoti", ma dobbiamo considerare che nel nostro Pianeta i processi profondi sono strettamente legati a quelli superficiali".

Un aumento della temperatura del mantello suboceanico causerà quindi un incremento dello spessore crostale, un "rigonfiamento" del fondo degli oceani e, di conseguenza, un innalzamento del livello del mare e delle emissioni di gas, come CO2 e metano, dalla Dorsale; gas che, finendo nell'atmosfera, potrebbero influenzare in tempi geologici il clima del nostro Pianeta.

"Questa ricerca - conclude il ricercatore del CNR, professore ordinario di geodinamica all'Università di Roma "La Sapienza" - dimostra che la scienza italiana è in grado di portare avanti studi di eccellenza, con pochi fondi e in un contesto generale che sembra fare di tutto per scoraggiare i nostri sforzi".

Roma, 28 maggio 2003



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