14/03/2022
E’ il corpo glaciale più meridionale d’Europa, l’unico degli Appennini. Ogni anno perde circa un metro di spessore, che nei punti più profondi non supera i 25-30 metri. L’analisi chimica del ghiaccio del Calderone, a 2.600 metri di quota, all’ombra delle pareti del Gran Sasso, potrebbe raccontare la storia climatica e ambientale dell’Italia centrale. Ma in quale condizione si trova quel ghiaccio? gli strati accumulati nei secoli, sono ancora al loro posto o sono stati mescolati dalla fusione?
Per rispondere a queste domande l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, nell’ambito del progetto Ice Memory, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, hanno organizzato una campagna di rilevamento e di raccolta di campioni di ghiaccio dalle profondità del corpo glaciale.La prima fase della campagna sul Gran Sasso si è svolta tra domenica 13 e lunedì 14 marzo. I ricercatori del team veneziano, in collaborazione con colleghi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), dell’Università degli Studi di Padova e della società Engeoneering Srls, sono arrivati sul Calderone per svolgere indagini geofisiche (con georadar ed elettromagnetometro) e topografiche.
La missione è stata possibile grazie alla collaborazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ha partecipato con un proprio elicottero e personale specializzato.
Se le carote di ghiaccio si dimostreranno un archivio sufficientemente conservato, potranno ambire a essere custodite per decenni nel ‘santuario’ dei ghiacciai montani in sofferenza che sarà realizzato dal programma internazionale Ice Memory. Gli archivi glaciali del Gran Sasso resterebbero così a disposizione delle future generazioni di scienziati anche quando il Calderone, già declassato da ghiacciaio a glacionevato, fotografia iconica del glacialismo mediterraneo, sarà definitivamente scomparso.
La successiva missione di carotaggio del corpo glaciale è prevista per aprile. Collaborano alla campagna sul Gran Sasso anche il Comune di Pietracamela (Teramo), il Club Alpino Italiano con il rifugio Franchetti, AKU e Karpos.
Ice Memory è un’iniziativa co-ideata e coordinata da Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia.
Per informazioni:
Jacopo Gabrieli
Cnr -Isp
jacopo.gabrieli@cnr.it
Vedi anche:
- "Una carota di ghiaccio per ricordare il Calderone" (Rai3 - Tg Leonardo del 15/03/2022, CnrWeb.tv)
- "Ice Memory al Gran Sasso: quel che resta del calderone" (Video Cnr WebTv del 14/04/2022, CnrWeb.tv)
- "Calderone, restano circa 25 metri di ghiaccio" (Comunicato stampa del 14/04/2022, Cnr.it)
- "Nel cuore del ghiacciaio del Calderone tracce di vegetali e insetti" (Comunicato stampa del 06/05/2022, Cnr.it)
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