13/07/2016
Il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, con una lettera ha espresso vivo apprezzamento per l’opera di supporto tecnico svolta dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) nel corso dell’emergenza idrica verificatasi a Messina. Nell’ottobre scorso, una frana aveva compromesso la funzionalità dell’acquedotto Fiumefreddo, nel comune di Calatabiano (CT), principale fonte di approvvigionamento idrico della città di Messina. L’emergenza idrica che ne è risultata ha determinato nei mesi di ottobre e novembre la temporanea interruzione di numerose attività commerciali, produttive e scolastiche della città.
Con la nota di ringraziamento, inviata al direttore dell’Irpi Fausto Guzzetti, il Capo dipartimento della Protezione civile ha elogiato “la proficua opera di supporto tecnico svolta con tempestività dall’Irpi-Cnr”.
Nei sei mesi dell’emergenza, l’Istituto – Centro di competenza del dipartimento della Protezione civile – ha svolto nell’area di Calatabiano diverse attività dirette ad approfondire le conoscenze sulla franosità locale, e alla realizzazione di un sistema di monitoraggio e allertamento integrato.
Attraverso l’interpretazione di fotografie aeree stereoscopiche, di fotografie riprese durante sorvoli effettuati ad hoc, e con specifici rilievi sul campo, l’Istituto ha realizzato una mappatura geomorfologica dei movimenti franosi presenti nell’area. Le mappe sono state utilizzate per definire possibili scenari evolutivi nel caso di una parziale o totale rimobilitazione della frana, o nel caso di occorrenza di nuove frane. Parallelamente, l’Istituito ha dispiegato ed operato un sistema di monitoraggio e allertamento integrato, basato sul monitoraggio topografico della frana di Calatabiano e delle condotte provvisorie, e sulla misura della pioggia. Il monitoraggio topografico è stato effettuato utilizzando una stazione totale robotizzata, mentre per il monitoraggio pluviometrico l’Istituto ha sviluppato nuovi algoritmi specifici per l’allertamento in tempo quasi reale. Il sistema era completato da webcam per la visione diurna e notturna dell’area in frana. Per i sei mesi dell’emergenza, il sistema ha inviato bollettini di monitoraggio pluviometrico e topografico ogni 12 ore, e specifici messaggi di allerta al superamento di soglie predefinite, di spostamento e pluviometriche.
Al monitoraggio topografico della frana ha collaborato il Dipartimento di Scienze delle Terra dell’università di Firenze, che ha operato un sistema radar da terra.
Le attività svolte dal personale dell’Istituto, continua Fabrizio Curcio nella sua lettera hanno “contribuito a superare celermente le fasi critiche dell'emergenza idrica di Messina, ponendo altresì le basi per la riduzione della pericolosità idrogeologica dell’area e della vulnerabilità dell’infrastruttura acquedottistica”.