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Fenomeni estremi causati dal global change

03/08/2015

Anche il violento temporale avvenuto il primo agosto a Firenze si inserisce nel quadro dei cambiamenti climatici: la sua particolare intensità, infatti, è diretta conseguenza del luglio appena passato, fra i più caldi di sempre come durata, a confermare la “candidatura” del 2015 come anno più caldo degli ultimi 150. Non a caso, negli ultimi 15 anni fenomeni come questi si sono triplicati e la loro forza è aumentata dal 30 al 40%.

Nella giornata, una rapida perturbazione in spostamento dalla Francia verso la nostra penisola, caratterizzata da aria relativamente fredda in quota, ha trovato condizioni particolarmente favorevoli produrre fenomeni intensi sul Mediterraneo centrale e sull’Italia, dove da giorni stazionava una massa d'aria calda e umida. L'instabilità maggiore, in Toscana, si è manifestata dopo le 16:30 con due sistemi temporaleschi intensi, il primo in prossimità della costa centrale e il secondo sulle zone interne. Tali sistemi, in generale di breve durata ma molto intensi, hanno seguito una traiettoria sudovest–nordest, cioè lungo una linea ideale dalla Costa degli Etruschi alla provincia di Firenze, con una velocità di spostamento della perturbazione elevata, determinata dai venti in quota. Le precipitazioni cumulate in alcuni punti sono state attorno a 50 mm in circa un’ora e mezzo, con intensità di precipitazione sino a 20-25 mm in 15 minuti: intensità, pur non inedite per il capoluogo, in grado di mettere in crisi il sistema fognario urbano provocando estesi allagamenti. I temporali, specie nella zona di Firenze, sono stati caratterizzati anche da grandinate e violente raffiche di vento che hanno causato cadute di alberi e di tegole e l'interruzione della linea ferroviaria.

Solo dopo un'attenta analisi dei danni e delle testimonianze sarà possibile valutare se i venti sono stati causati alle correnti di downdraft del temporale o se si è formata una vera e propria tromba d'aria. I fenomeni sono stati comunque molto localizzati e concentrati, i danni più ingenti hanno riguardato un’area ridotta della città con un diametro di circa 1 km e il momento più intenso è durato meno di un’ora. Le previsioni meteorologiche a oggi indicano teoricamente la permanenza di condizioni favorevoli allo sviluppo di fenomeni così intensi, ma la difficoltà della localizzazione degli stessi e del livello di intensità, soprattutto a livello locale, rimane sempre elevata.

 

Bernardo Gozzini

ricercatore Ibimet-Cnr, direttore Cnr-Lamma

Per informazioni:
Bernardo Gozzini
CNR - IBIMET
b.gozzini@ibimet.cnr.it