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Tiroide e Cuore - La disfunzione tiroidea anche subclinica quale fattore indipendente di rischio cardiovascolare

Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo determinante nel mantenimento della omeostasi cardiovascolare in quanto modulatori essenziali della funzione contrattile cardiaca e del tono vascolare periferico. Le malattie cardiovascolari rappresentano con tutta probabilita' la causa piu' importante di morte prematura e di ospedalizzazione nelle nazioni economicamente piu' sviluppate. Le strategie di abbattimento dei principali fattori di rischio cardiovascolare messe in atto negli ultimi anni hanno tuttavia consentito la riduzione se non ancora l'inversione di tendenza di crescita degli eventi fatali. Un'attenzione particolare dunque e' sempre piu' rivolta al riconoscimento di nuovi fattori di rischio cardiovascolare potenzialmente controllabili con il trattamento specifico.
I dati sull'impatto prognostico in pazienti cardiaci di una forma primitiva di patologia disfunzionale tiroidea (cosiddetto ipertiroidismo ed ipotirodismo subclinico) sono fino ad oggi limitati e sicuramente non univoci. Il rilievo principale conclusivo che emerge da uno studio prospettico condotto su 3121 pazienti cardiaci monitorati per un tempo medio di 32 mesi dal ricovero indicano che una condizione di disfunzione tiroidea sia pure subclinica e' associata con un significativo maggior rischio di morte.
Dopo aver analizzato i dati prendendo in considerazione i principali fattori di rischio noti (eta', sesso, alterato quadro lipidico, pregressa cardiopatia, fumo di sigaretta, ipertesnione arteriosa etc) e' emerso che il rischio di morte risultava circa 2 volte piu' alto nei pazienti che presentavano una patologia spesso misconosciuta, sia pure iniziale, di alterata funzione tiroidea. Le considerazioni che si possono trarre da questo studio sono di 2 tipi, da un lato viene rafforzato il concetto che gli ormoni tiroidei svolgono un'azione fisiologica fondamentale nel mantenimento di una corretta funzione cardiovascolare, dall'altro si apre la possibilita' che un trattamento precoce del disturbo di funzione tiroidea possa rappresentare uno strumento terapeutico addizionale utile a ridurre la probabilita' di un evento fatale nel soggetto cardiopatico

Iervasi G. et al., Istituto di Fisiologica Clinica, CNR Area della Ricerca - Pisa

"Archives of Internal Medicine": 167(14), 23 Luglio 2007

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