Comunicato stampa

IL DESERTO DI GENGIS KHAN MINACCIA PECHINO

23/02/2001

COMUNICATO N. 14/2001

 

IL DESERTO DI GENGIS KHAN MINACCIA PECHINO

Dall'Italia un aiuto per fermarlo: siglato un accordo scientifico

sino-italiano per interventi di riforestazione

Il deserto di Gengis Khan avanza sempre più rapido e minaccia ormai Pechino. Migliaia di chilometri quadrati di territorio fertile cinese vengono infatti erosi ogni anno dal deserto della Mongolia, giunto a poche centinaia di chilometri dalla capitale cinese, con pesanti ripercussioni sull'ecosistema, l'economia e le relazioni sociali delle comunità rurali del nord del Paese, le cui popolazioni sono costrette a spostarsi verso aree meno disagiate.

Un fenomeno allarmante, se si considera che la superficie desertica cinese è arrivata a coprire 3 milioni di chilometri quadrati su un totale di 9,6 milioni, la popolazione interessata è ormai di 400 milioni di persone e il danno economico è valutabile intorno ai 6,5 miliardi di dollari.

Per arginare questa avanzata la Cina ha messo a punto un ampio programma di riqualificazione e difesa dei territori minacciati avviando un progetto di ricerca che coinvolge diversi organismi di tutto il mondo, tra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche attraverso quegli Istituti che operano nel settore forestale e climatico. Un progetto impegnativo che mira alla creazione di una barriera verde - costituita dalle specie arboree o arbustive più adatte a riprodursi in quelle aree - in grado di arrestare la corsa del deserto.

Questa tecnica - già sperimentata con successo nel passato in alcune aree del bacino del Mediterraneo e persino in Italia, sulle dune del Circeo - presenta comunque notevoli difficoltà a causa della forte escursione termica: nel nord della Cina si passa infatti facilmente da meno 30° C a più 40° C. Una situazione che per alcune specie arboree è assolutamente insostenibile e che rende quindi indispensabile lo studio di materiale vegetale locale per le piantagioni anti-deserto.

L'accordo scientifico è stato siglato oggi a Roma da Lucio Bianco, Presidente del CNR, e da Madame Jiang Zehui, Presidente dell'Accademia Forestale e sorella del Presidente della Repubblica Popolare di Cina.

 

Roma, 23 febbraio 2001

 

Genghiz Khan - Fondatore dell'Impero mongolo (forse 1167-1227). Il suo nome personale era Temujin, e G. Khan è solo un titolo onorifico di incerto significato. Unificati i Mongoli, G. Khan sconfisse i Jurcen (cin. Jin), dominatori della Cina del nord, cui tolse la Manciuria e la regione dell'attuale Pechino (1213-'15). Mosse quindi verso occidente, invadendo e conquistando il regno del Khwa-rizm Shah fra l'Asia centrale e l'Iran. Tali conquiste furono continuate dai suoi luogotenenti nell'Iran occidentale e nella Russia del sud. Nel frattempo G. Khan tornò in Mongolia per riprendere la conquista della Cina settentrionale, ma fu colto dalla morte mentre assediava la capitale del regno dei Tangut o Hsi Hsia. G. Khan è passato alla storia come un grande distruttore, ma anche come un gran condottiero, come organizzatore e legislatore del mondo nomade, come fondatore di un impero che per mezzo secolo comprese quasi tutta l'Asia a nord dell'Himalaya. (Voce tratta da "La Piccola Treccani", vol. V)



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