17/07/2020
Il Cnr, nella persona del suo presidente Massimo Inguscio, è tra i firmatari di una lettera-appello al presidente del Consiglio Europeo, volta a garantire che ricerca e innovazione ricevano adeguati stanziamenti nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (Multiannual Financial Framework).
La preoccupazione dei rappresentanti delle maggiori istituzioni scientifiche europee che formano il G6 della ricerca - oltre al Cnr, il Cnrs francese, il Csic spagnolo, e per la Germania, Max Planck Society, Leibniz Association e Helmholtz Association - riguarda il paventato taglio di 5 miliardi di euro al programma Horizon Europe, che metterebbe a serio rischio la possibilità che la ricerca scientifica svolga un ruolo di primo piano nel "recovery plan" europeo.
"Ora più che mai, la pandemia ha reso evidente a tutta la società che ricerca e innovazione sono cruciali per affrontare le sfide globali", si legge nel documento. "I fondi resi disponibili dal recovery plan sono pensati per fornire supporto specifico in settori legati al Covid-19, ma i 13.5 miliardi di euro previsti dal Piano sono stati allocati al settore ricerca e innovazione per integrare il budget di Horizon Europe in alcune aree specifiche, non per sostituirli". Da qui l'esigenza del G6 di chiedere un aumento significativo del budget del prossimo programma.
La lettera segue una precedente dichiarazione rilasciata a gugno, in cui si ribadiva l'importanza di rinforzare, attraverso un'adeguata programmazione a livello europeo, la leadership in ambito scientifico, e dare all'Europa la possibilità di costruire un nuovo futuro.
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