Press release

Archeologia: la gente di annibale non sacrificava i bambini nuove ricerche sul tofet di cartagine

14/08/2001

La gente di Annibale non sacrificava i bambini. La tesi secondo cui Fenici e Cartaginesi avrebbero praticato su larga scala l’immolazione dei fanciulli, sta per essere messa in discussione da una nuova indagine archeologica che l’Istituto per la Civiltà Fenicia e Punica "Sabatino Moscati" del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, diretto dal Prof. Piero Bartoloni, si accinge a sviluppare sul tofet di Cartagine (il più importante del mondo punico) d’intesa con l’Institut National du Patrimoine di Tunisi.

A sostenere che il rito dell’offerta sacrificale di vittime umane fosse molto diffuso tra queste popolazioni furono inizialmente quegli archeologi che, tra la fine del diciannovesimo secolo e gli inizi del ventesimo, cominciarono a trovare nei siti punici migliaia di urne contenenti ossa di giovanissimi defunti, spesso accompagnate da stele votive, con dediche alla dea Tanit e al suo divino compagno Baal Hammon. Da qui la diffusione del termine tofet che, pur derivando dalla letteratura biblica anziché dall’epigrafia fenicio-punica, continua ad essere utilizzato per designare le aree sacre così caratterizzate, rinvenute non solo in Nord-Africa ma anche in Sicilia, a Mozia, e in Sardegna, a Tharros, Nora, Bitia, Sulcis e Monte Sirai, in scavi condotti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con le Soprintendenze locali.

Alla luce dei più recenti studi questa teoria sta tuttavia perdendo gran parte del suo credito: "Si può senz’altro dire – spiega Sergio Ribichini, del CNR di Roma – che l’analisi dettagliata delle fonti letterarie, del materiale epigrafico e di quello archeologico ci suggerisce di vedere nel tofet un santuario polivalente, non necessariamente connesso all’uccisione sacrificale delle giovani vittime".

Secondo Piero Bartoloni l’immagine dei Cartaginesi sacrificatori di bambini è stata determinante: "gli archeologi sono stati fuorviati, probabilmente, dalla nomea di cattivissimi barbari che ha sempre accompagnato i Punici. E’ vero che le ricerche condotte sui tofet evidenziano la presenza di urne di bambini morti entro i primi sei mesi di vita, ma si tratta con molta probabilità di normali casi di mortalità infantile, piuttosto che di massacri d’innocenti. Grazie a moderne tecnologie di scavo e ai più recenti metodi d’indagine archeologica, oggi è possibile verificare ‘sul terreno’ vecchie e moderne ipotesi sull’interpretazione del tofet e fare chiarezza sulla questione".

Il progetto italiano di nuovi scavi a Cartagine s’iscrive nel quadro della recente campagna di valorizzazione della metropoli nordafricana, voluta dalle autorità tunisine per fare di quel tofet un laboratorio internazionale di ricerca e un polo d’animazione scientifica e culturale.

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