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Terremoto di Amatrice 2016: effetti sul terreno lungo la faglia. Rapporto preliminare

26/09/2016

Traccia della faglia del Monte Vettore
Traccia della faglia del Monte Vettore

Subito dopo la scossa principale (Mw 6.0) della notte del 24 agosto 2016, vari gruppi di geologi di istituti di ricercar e università si sono recati nell’area epicentrale per dare supporto al Dipartimento di Protezione Civile (DPC) con la caratterizzazione e la mappatura degli effetti ambientali del terremoto. Gli obbiettivi principali dell’emergenza erano sia il rilievo degli effetti primari legati alla riattivazione tettonica della faglia sismogenetica, che gli effetti secondari legati principalmente allo scuotimento sismico (come frane, fratturazioni, anomalie idrologiche, ecc.).

Una squadra congiunta di geologi da Ispra, Igg-Cnr, Università dell’Insubria, Università di Camerino, in stretta collaborazione con ricercatori del Regno Unito (Birkbeck and University College of London, Universities of Durham, Leeds and Sheffield) e della Norvegia (University of Bergen) hanno effettuato una ricognizione sistematica sul terreno nelle aree circostanti il supposto affioramento in superficie della sorgente sismica, in particolare lungo la porzione meridionale della faglia del Monte Vettore e la porzione settentrionale della faglia della Laga.

Queste attività sono state svolte anche con l’obbiettivo di validare sul terreno l’andamento delle deformazioni cosismiche osservato dal monitoraggio satellitare (DinSAR), oltre che a valutare strumentalmente tramite LIDAR e GPS l’evoluzione post-sismica delle rotture cosismiche, specialmente lungo la faglia del Monte Vettore.

In questo rapporto descriviamo i risultati e le conclusioni preliminari delle osservazioni fatte al momento.

 

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